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2010,
Numero 2/3

Lo START 2 e i dubbi europei nella NATO

Usa-Russia
di Achille Lega

Nonostante l’accurata regia a due - Usa e Russia - e la retorica di maniera nel sontuoso castello di Praga l’8 aprile, per la firma di Start 2 sulla nuova riduzione bilaterale dei rispettivi arsenali nucleari, di chiaro in una selva di punti oscuri c’è soltanto un dato. E cioè che dall’accordo fra Obama e l’omologo presidente russo Medvedev non scaturisce necessariamente il disarmo atomico a tappe forzate nel mondo.
Domina piuttosto - per diverse ragioni - un riavvicinamento fra gli Stati Uniti e la Russia post-sovietica non privo di ambiguità anche perché determinato da visioni pesantemente nazionali (un tempo si sarebbe detto imperiali) del ruolo e degli interessi delle due Potenze, oggi, così come vengono interpretati dai leader politici attuali dello “show”.
Colpisce gli osservatori indipendenti (vedasi Le Monde, 8.3.2010) il fatto che l’aggiornamento dello “Strategic Arms Reduction Treaty” (Start) firmato nel 1991 consista, al di là dell’effetto mediatico, in una modesta riduzione delle forze nucleari di cui dispongono ora Russia e Usa: al massimo, stando all’accordo, 1550 ordigni atomici a testa e non più di 800 vettori (e cioè un terzo di meno).
Ce n’è sempre abbastanza, ovv...