Questo libro intende contribuire a far conoscere alcuni aspetti della figura di Mario Pannunzio finora abbastanza trascurati. L’attenzione di molti che hanno scritto su Pannunzio, si è infatti rivolta soprattutto a «Il Mondo», il settimanale da lui fondato nel 1949 e diretto ininterrottamente fino al 1966. Quel giornale venne privilegiato sia perché esso fu il suo capolavoro giornalistico e culturale, sia perché chi ne ha parlato lo ha fatto anche con l’intenzione di promuovere sé stesso, come scrive Pierluigi Battista nella testimonianza che apre questo libro. Neppure la pubblicazione degli Indici de «Il Mondo» nel 1987 ha consentito di ristabilire la vera importanza e il ruolo reale esercitato da tanti che si sono considerati allievi, eredi, vestali e persino colleghi e presunti «superatori» di Pannunzio. Ignorato in vita come figura minoritaria e quindi trascurabile agli occhi dei più, egli è stato esaltato in morte persino da coloro che si erano preoccupati, come osservò Marco Pannella, di non far conoscere al Paese la sua grandezza. Si è creata una sorta di «icona laica» fondata su «Il Mondo », attraverso l’invenzione di un Pannunzio «venerato maestro », per dirla con Edmondo ...