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2010,
Numero 6

Italia, una scenografia naturale

Più coraggio nell’innovazione
di Ettore Pasculli

L’annuncio di una grande banca del nord non ha colto di sorpresa il mondo del cinema. Banca Intesa è entrata pesantemente nella distribuzione cinematografica e, grazie alla nuova legge che permette di investire parte dei tributi dovuti allo stato nella “settima arte”, parteciperà alla produzione del nuovo film di Sorrentino interpretato da Sean Penn. In tal modo la banca diventa produttrice a tutti gli effetti dell’opera, partecipa a suoi utili e alla distribuzione, ed è nel paneling della produzione, sia su scala nazionale che internazionale. Che una banca s’interessasse al cinema non è una novità anche se nel tempo siamo stati abituati maggiormente al fatto che gli autori guardassero alle banche come forziere dei propri guadagni per i propri investimenti finanziari, oppure, negli anni “caldi” delle contestazioni, come obbiettivo di feroci critiche politiche, dato che le banche erano indicate come pilastro del sistema capitalistico. Non dimentichiamo che registi “alternativi” come John Mekas, negli Stati Uniti degli anni sessanta, teorizzavano che rapinare una banca per realizzare un film era legittimo. Per non parlare di Bertolt Brecht che sosteneva che dietro ogni grande concent...