2011, Numero 5/6
Un’agenzia di Rating europea
Basilea ■ Il primo passo è annullare gli accordi
di Giuseppe Scanni
C’è stato chi nel primo pomeriggio di venerdì scorso ha letto su Twitter, un social network, che l’agenzia di rating Standard & Poor’s avrebbe abbassato la valutazione dei titoli statunitensi. Nel corso della settimana passata e-mail di alcuni grandi fondi speculativi avevano “percepito” le valutazioni di Standard&Poor’s e venduto aggressivamente allo scoperto provocando la caduta violenta delle borse mondiali. Come sia stato possibile che i fondi speculativi, prima, e i risparmiatori, dopo, fossero messi a conoscenza delle valutazioni di un’agenzia di rating che, nella derisione e ironia generali, aveva completamente ignorato gli effetti disastrosi della bolla immobiliare del 2007, è questione che riguarda o i maghi o l’intelligence. A cosa è dovuta l’immagine di “oracolo” che viene attribuita alle agenzie di rating? Di per sé le valutazioni di queste agenzie hanno lo stesso valore dell’opinione di tanti analisti e soltanto venti anni fa interessavano esclusivamente gli analisti. Oggi invece provocano cattivo e bel tempo sui mercati e sugli Stati. Hanno cominciato gli Stati Uniti che introdussero nella loro legislazione lo status di “agenzia di rating gradita”, includendo tra ques...
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