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2011,
Numero 5/6

“Per alcuni nel PdL socialista è un insulto”

Sono liberisti (e non liberali) quelli che contestano il riformismo dell’economia sociale di mercato
di Fabrizio Cicchitto

È stato semplicemente geniale provocare la discussione sui presupposti ideologici e teorici della manovra economica non tanto perché io creda nell’esistenza di questo retroterra ma per gli “spiriti animali” profondi che essa ha messo in evidenza.
Registro che per alcuni esponenti politici e culturali del centro-destra l’espressione “socialista” è quasi un insulto. La cosa non mi impressiona affatto, anche perché essa s’intreccia singolarmente con l’epiteto di “rinnegato” che da sinistra, da parte di paleo e neo comunisti e di paleo socialisti frontisti, viene rivolta a coloro che - come Boniver, Brunetta, Stefania Craxi, Frattini, Sacconi lo stesso Tremonti - non hanno seguito l’aureo principio: “Il posto dei socialisti è a sinistra” (nella fattispecie in questa sinistra giustizialista e debenedettiana nei giorni lavorativi e massimalista nei giorni festivi). Del resto l’insulto “rinnegati” ha una sua nobiltà storica: fu rivolto da Lenin a Kaustky (appunto “il rinnegato Kaustky”). Passiamo a coloro che dal centro-destra usano l’espressione “socialista” come una parolaccia in nome della loro adamantina purezza liberale. Se dovessi procedere lungo il loro stesso meccanismo definitori...