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2011,
Numero 5/6

Lo vogliono ancora morto. Una biografia messa nel tritacarne

La replica a Libero del direttore del Centro studi “Matteotti”
di Angelo Simonazzi

Ho letto, con notevole disappunto, l’articolo di Francesco Borgonovo a proposito del libro del professar Gianpaolo Romanato dell’Universitŕ di Padova dal titolo Un italiano diverso: Giacomo Matteotti (Longanesi).
Il libro del professar Romanato č stato presentato a Reggio Emilia il 24 giugno, per iniziativa del “Centro Studi Giacomo Matteotti” che presiedo (...). Il libro in oggetto merita tutta l’attenzione e la considerazione dei socialisti-democratici reggiani e italiani, per avere l’autore spostato il baricentro dal mito-Matteotti – al quale siamo stati educati – al Matteotti-uomo: dal suo impegno assiduo e costante a favore dei contadini e dei braccianti polesani, con la costituzione delle Leghe sindacali, alle lotte per toglierli dalla miseria, dalla fame, dalle malattie, e dallo sfruttamento dei proprietari terrieri, i quali hanno dovuto chiedere l’aiuto, per arginare l’avanzata operaia e contadina, dei fasci e poi dello squadrismo fascista; il suo impegno per il funzionamento dei Comuni conquistati nel rodigino dai socialisti; la sua contrarietŕ alla guerra e l’elezione a parlamentare nel 1919; la sua adesione al riformismo socialista nel 1922 col partito di Turati e Treve...