
2011, Numero 5/6
L’allievo di Mazzali
Nenniano allevò la covata autonomista milanese
di Carlo Tognoli
Antonio Natali era dotato di una intelligenza politica naturale, che gli permetteva di vedere lontano. Come i miei coetanei socialisti, ho conosciuto Antonio Natali verso la fine degli anni cinquanta, dopo l’iscrizione al PSI. Erano gli anni della battaglia autonomista, dopo il rapporto segreto di Krusciov sui crimini di Stalin (XX congresso del PCUS) e la repressione sovietica nell’Ungheria in rivolta. La reazione di Nenni, come quella della maggioranza dei socialisti e dei democratici per una presa di distanza dall’Unione sovietica e dal PCI fu netta. Il socialismo non poteva essere separato dalla libertà e dalla democrazia. Il lungo periodo della politica frontista non aveva chiuso gli occhi della ragione al ‘leader’ socialista, né ai suoi più fidi collaboratori, tra cui il segretario della federazione milanese del PSI, on. Guido Mazzali. Natali era considerato tra i più vicini a Mazzali e a Nenni e fu tra i protagonisti, con Bettino Craxi, del revisionismo socialista. Da Mazzali aveva imparato uno stile di vita, la passione politica, una buona conoscenza della grafica e del design, l’amore per il teatro, impegnato e non, il rispetto per la cultura. Craxi rappresentava la nuova ...
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