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2014,
Numero 2/3

“Superare le divisioni delle forze del Socialismo di libertà e democratico”

DocumentoIntervento di Napolitano alla Direzione del Pci del novembre 1989 (dopo il Muro)
di Giorgio Napolitano

Vi è un'accelerazione dirompente della nostra storia europea che investe anche noi: c'è una crisi, un crollo ma da esse nascono anche possibilità nuove.
Noi, come Pci, non siamo del tutto fuori da quella crisi anche se abbiamo da rivendicare posizioni autonome in tutta la nostra storia.
Oggi dobbiamo saper essere protagonisti di queste possibilità nuove… le politiche dei piccoli passi non reggono più.
Come salvare e inverare la nostra funzione storica? O meglio come riproporre la nostra funzione storica in contesti così mutati evitando quelli che D'Alema ha indicato come rischi di logoramento?
Partiamo dalla nostra funzione nazionale e internazionale.
Per quel che riguarda la nostra funzione internazionale, sono d'accordo con Occhetto, asse essenziale della nostra scelta è il rapporto organico da stabilire con l'Internazionale Socialista.
Abbiamo percorso un lungo cammino nei rapporto con l'Internazionale Socialista dimostrando sempre grande serietà e dignità di comportamenti.
Il compagno Longo prese molte iniziative all'epoca della Ostpolitik, ricordo le prese di posizione di Enrico Berlinguer e di Natta per arrivare sino alla recente lettera di Occhetto diretta al presidente dell'Internazionale socialista in occasione del Convegno di Milano.
Tutto questo percorso, lo voglio ripetere, è stato segnato dalla nostra serietà e dignità.
Le gradualità sono necessarie anche nel rapporto con l'Internazionale Socialista.
E' da sottolineare oggi l'importanza della Presidenza di Willy Brandt, testimone della nostra linea e rinnovatore dell'Internazionale Socialista.
Si può dire che oggi l'Internazionale Socialista si è aperta al contributo della parte valida e più viva dell'esperienza comunista.
Il nuovo Partito socialista Jugoslavo ha chiesto l'ammissione all'Internazionale Socialista per portarvi dentro la parte più viva della tradizione comunista (come ha sottolineato Nyers che pur è di estrazione socialdemocratico).
Rakowsky parla delle socialdemocrazie e del Pci e si rivolge a Brandt con il programma del nuovo Partito polacco.
Vi è quindi l'esigenza di trarre questo dado dell'Internazionale Socialista perché abbiamo toccato il culmine in termini di autorevolezza nostra negli ambienti dell'Internazionale Socialista per il ruolo da noi svolto.
Dobbiamo rivendicare il nostro ruolo verso Est e verso Ovest, respingendo tutte le falsificazioni: un ruolo per il cambiamento, per le riforme, per la libertà e la democrazia.
Ho riletto le posizioni nostre del dicembre dell'81 e del gennaio 1982: lì sono scritte le nostre proposte per l'Est europeo e sono terribili le ritorsioni polemiche che ci sono state indirizzate dalla “Pravda”. …
Oggi coroniamo l'opera da noi svolta …
Qualcuno afferma che siamo troppo a ridosso di decisioni esterne altrui (Polonia, Ungheria) e di avvenimenti drammatici (RDT).
Ma l'8° Congresso del Pci l'abbiamo fatto a ridosso del XX Congresso del Pcus …
NATTA: …era diverso…
NAPOLITANO: …Non siamo stati travolti… dal crollo del muro di Berlino né dagli avvenimenti polacchi e ungheresi.
La nostra odierna decisione è il compimento di una nostra presa d'atto che supera la distinzione e la divisione tra le forze che pensano un Socialismo di libertà e democratico.
I rischi sul piano internazionale: è interesse del Psi di conservare anche la rendita di posizione che gli deriva dal suo diritto di veto all'entrata del Pci nella Internazionale socialista. Il Psi si è già sentito stretto dalla lettera di Occhetto al Presidente dell'Internazionale Socialista, iniziativa che ha bruciato la volontà di Craxi di fare del Convegno di Milano una tribuna contro di noi.
Ma i rischi ci sono anche per il Psi se vuole usare il suo diritto di veto e ciò in dissonanza con noi e con le maggiori forze socialiste e socialdemocratiche europee.
Il nostro Partito non può presentarsi come la sola forza di ispirazione socialista in Italia: non è, cioè, di sinistra solo ciò che si raccoglie alla sinistra del Psi.
Dobbiamo continuare ad avanzare proposte di avvicinamento e di unità tra noi e il Psi.
Riconosciamo che nell'Internazionale Socialista vi possono essere forze socialiste anche in competizione tra di loro.
Respingo invece la prospettiva di una nostra confluenza nel Psi e osservo che neanche quella tra Psi e Psdi si è realizzata. …
MACALUSO: …Veti del Psdi contro il Psi nell'Internazionale Scocialista…
vNAPOLITANO: …Massima unità nelle forme possibili, concrete, propositive, credibili come spetta ad una forza di “governo” come la nostra.
Noi siamo un Partito riformista di massa, che si è innovato e si innova, politicamente, non un semplice “antagonista” come vuole Magri.
La nostra scelta va presentata come volta a suscitare energie.
Una rapida fase costituente deve affrontare anche la questione del nome, che è punto di arrivo non di partenza.
Occorre lavorare subito ad una ipotesi di un percorso per la fase costituente e per questa opera occorre associare tutte le forze che trovino ruoli dirigenti, al di là degli schemi organizzativi attuali.