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2014,
Numero 4

Forse si potrà tornare più liberi

Dopo la bocciatura del Porcellum
di Stefano Carluccio

La pervicacia con cui si insiste nel difendere il bipolarismo in modo dogmatico ed antiscientifico (sì, antiscientifico perchè l'eperienza ha confutato la sua teoria), è oltremodo sospetta. Anzi di una evidenza di ragioni vergognosa. Nell'attuale situazione di divergenza tra elettori e sistema politico che si sta trasformando in una divergenza tra Stato e popolo, in una seccessione tra cittadini e istituzioni, in una perdita di rapporto politico partecipato alla vita della Nazione, rapporto politico che viene sostituito da un rapporto esclusivamente tecnico amministrativo, “neutrale”, i questa situazione la crisi costituzionale è ormai lacerante. La legge elettorale non venne inserita nella Costituzione, poichè appena finita la Guerra e alla vigilia della guerra fredda, si decise di lasciare a tempi migliori la decisione sul modello elettorale. Ma un principio non esplicitamente scritto tuttavia che percorre ogni riga dela Costituzione (vedasi la questione degli organismi di garanzia fino alla elezione del capo dello Stato) dà per certo che la maggioranza parlamentare debba essere coerente con la maggioranza elettorale. Più esattamente con la maggioranza assoluta degli elettori. Viceversa la maggioranza parlamentare, senza il supporto della maggioranza assoluta degli elettori, sarebbe, come accade da vent'anni, una “minoranza sempre”, ovvero con una sottrazione di seggi in palio si trasforma per “decreto” una maggioranza relativa in maggioranza assoluta parlamentare, senza che questa corrisponda ad una maggioranza assoluta elettorale. Da qui nasce la “casta”. E da questa perdita di controllo dei cittadini sulla base politica delle forze parlamentari e di conseguenza dei governi, nascono le degenerazioni che sono giunte ad una vera e propria occupazione di poteri istituzionali e costituzionali, senza possibilità di autodifesa. In questo brodo di coltura sono cresciuti infettati i nuovi partiti della cosiddetta seconda repubblica, nata appunto dalle inchieste di Tangentopoli che hanno  delegittimato il precedente sistema politico, sostituito (seconda gamba del golpe del 92-93) con quello attuale, tanto demagogico quanto tecnocrate e irresponsabile, oltre che politicamente debole per  anemia rappresentativa (e dunque di popolo), in Europa.  Il bipolarismo in Italia c'è sempre stato, ma si fondava su cause di natura internazionale. Dopo la fine dell'Urss, quali sono ora le radici del bipolarismo? ignote. Di qui “Berlusconi” come punto di discrimine tra destra e sinistra che sotto il profilo della cultura plitica non hanno nessuna delle due una propria autonoma identità, se non quella del concorrere al potere, dividendo e non unendo il Paese. Ora devono darsela, un'identià sia per essere alternativi, che per collaborare. Comunque. Senza Berlusconi non c'è l'antiberlusconismo. Di che si parla d'ora in poi? Il bipolarismo non pò che essere programmatico, non ideologico, tantomeno ad personam. Nel frattempo dovranno questi partiti dovranno cambiare se stessi e  collaborare a rimettere in piedi il Paese che hano contribuito a sfasciare.
Finchè il primo partito è l'astensione  c'è poco da scalpitare: senza il porcellum tutti si devono mettere in coda (Renzi compreso) come gli altri e fare maggioranza convergendo. Il bipolarismo non è più nel comune sentimento dell'opinione pubblica. E' rottamato.  Nel Nord, che conosciamo meglio, guai a “parlare di politica”. Tutti sono impegnati a uscire dalla crisi colle proprie gambe. Ora, è il consenso di questa realtà che deve essere riconquista alla vita politica, convincendo. Ma come si può convincere se poi si esclude?  La leadership, come dice Blair, consiste nell'autorità di porre una questione all'ordine del giorno: eppoi si vota! Questo è l'unico metodo che garantisce vera coerenza tra fatti e parole. Siamo a questa svolta  grazie a Besostri, Bozzi e agli altri  “sconosciuti” cittadini del comitato civico milanese, ignorati e tenuti in fastidio dagli “addetti ai lavori” che ora non sanno più che pesci pigliare e dunque già cercano di rabberciare una nuova “riserva di pesca” che ripristini i privilegi del vecchio Club. Ci vorrà del tempo e (come si diceva una volta) vigilanza. Ma finalmente stavolta non sarà più tempo perso e sotto un ripristinato controllo popolare del potere politico, privatizzazioni, trattati europei di spoliazione economica e politica non saranno più possibili. La politica è come la guerra, e l'imprevisto è la sua regola. Besostri e C. sono stati l'imprevisto provvidenziale.