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2014,
Numero

Un businness si aggira nella crisi europea

M5S nel netwok anti UE
di Critica Sociale

L'Europa è il prossimo obiettivo del Movimento Cinque Stelle. A prescindere dalla retorica contro la burocrazia di Bruxelles e dalla proposta di referendum sull'euro, il destino del M5s si deciderà oltre confine, sottolineano Emiliano Liuzzi e Ferruccio Sansa dalle colonne del Fatto Quotidiano. La rivoluzione grillina si consoliderà solo se sarà in grado di contagiare altri paesi. L'accento posto su temi quali le energie alternative, i beni comuni e il salario di cittadinanza, si rivolge naturalmente a una platea più ampia di quella nazionale. Così come la lotta senza quartiere all'egemonia bancaria e finanziaria. “Ci vuole una massa critica più grande, ossia il primo mercato mondiale. L'Europa.” Da tempo sono in corso contatti tra l'M5s e movimenti politici di mezzo continente. L'obiettivo è di esportare l'esperienza italiana in altri Paesi europei: “Non possiamo pensare di aver fatto tutto questo e rimanere qui, a Roma. Dobbiamo an­dare oltre, e l'obiettivo è Strasburgo, anno 2014, parlamento europeo. Perché c'è una ne­cessità simile a quella italiana, e perché se tro­viamo sponda in Europa, il cambiamento sarà epocale”.  Allo scopo, l'M5s sta curando i contatti soprattutto con i Paesi dell'Est, dalla Slovacchia, alla Romania e alla Bulgaria, senza tralasciare la Grecia, la Spagna e il Por­togallo, e persino la Germania.
In vista delle elezioni europee del prossimo anno il sodalizio Grillo-Casaleggio ambisce a coordinare una rete di movimenti di protesta antipartito, per creare, in prospettiva, un nuovo partito unico europeo della democrazia diretta. La prospettiva in cui si colloca il progetto M5s appare quella di un Europa in declino, in ritirata, che si chiude in se stessa: la sua classe dirigente si arrocca in istituzioni senza rappresentanza e si globalizza cercando la propria salvezza e lasciando i popoli a sé stessi, sui loro territori. È solo su questo secondo livello che agisce il M5s, per eliminare ideologicamente i partiti politici e fare della tecnologia, ideologicamente, un valore politico.
Nel frattempo, l'Europa guarda con curiosità e timore alle evoluzioni di Grillo. Secondo Jonathan Hopkin, professore di Politica Comparata alla London School of Economics, l'M5s non è solo una sfida all'austerity, ma allo stesso sistema del partito tradizionale. La cri­si economica ha aiutato, ma l'offensiva di Grillo contro i politici inadeguati era iniziata prima dell'inizio del declino…In tutta Europa, l'adesione ai partiti po­litici ha raggiunto il livello più basso dalla Secon­da Guerra Mondiale in poi, come testimoniano, sostiene ancora Hopkin, i risultati positivi dello Uk Independence Party (Ukip) in Gran Bre­tagna, del Partito Pirata in Svezia, del partito an­ti-islamico di Geert Wilders in Olanda e del Front National in Francia. Nella versione online di Der Spiegel, l'editorialista Jan Fleischhauer definisce il leader del Movimento 5 Stelle un antiparlamentare radicale e in sostanza antidemocratico. Grillo non è necessariamente visto negativamente in Germania, ma il suo antiparlamentarismo e la sua retorica paiono contrari alle istituzioni democratiche come sin qui le abbiamo conosciute:
“Mi hanno proposto un' alleanza, ma loro sono morti! Non hanno capito di avere a che fare con qualcosa di completamente diverso da un partito politico. I contadini, gli operai, i commercianti, la classe media, tutti sono testimoni... invece loro preferiscono non parlare di questi 13 anni passati, ma solo degli ultimi sei mesi... chi è il responsabile? Loro! I partiti! Per 13 anni hanno dimostrato cosa sono stati capaci di fare. Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori rovinati, la classe media in ginocchio, le finanze agli sgoccioli, milioni di disoccupati.. sono loro i responsabili! Io vengo confuso.. oggi sono socialista, domani comunista, poi sindacalista, loro ci confondono, pensano che siamo come loro. Noi non siamo come loro! Loro sono morti, e vogliamo vederli tutti nella tomba! Io vedo questa sufficienza borghese nel giudicare il nostro movimento..mi hanno proposto un'alleanza. Così ragionano! Ancora non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un partito politico...noi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatta. E' un movimento che non può essere fermato... non capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere distrutta..noi non siamo un partito, rappresentiamo l'intero popolo, un popolo nuovo...”.
Un comizio grillino dell'ultima campagna elettorale? No, un discorso di Adolf Hitler del luglio 1932 a Göttingen. Pochi mesi prima di prendere il potere in Germania.