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LA RUSSIA COLLABORA AD UN SECONDO IMPIANTO NUCLEARE




Fonti iraniane, riportate dal New York Times, rivelano come l'Iran abbia ricevuto dalla Russia il primo rifornimento di carburante destinato all'impianto nucleare di Bushehr, lasciando inoltre intendere, e questa è una novità assoluta, che una nuova installazione è in costruzione nella città di Darkhovin, nel sud-ovest del Paese, a nord di Bushehr. Il carburante necessario a quest'ultimo impianto verrà prodotto a Natanz, nel nord dell'Iran, dove è in corso un programma per l'arricchimento dell'uranio contrastato dalle Nazioni Unite. Il progetto in corso a Darkhovin, così come quello di Bushehr, era in previsione sin dagli anni precedenti la Rivoluzione Islamica del 1979 e non è chiaro sino a qual punto si siano spinti finora i lavori.

Il rifornimento a Bushehr  è stato reso possibile da un accordo raggiunto in ottobre fra Vladimir Putin e Mahmoud Ahmadinejad durante la visita in Iran del presidente russo. Il presidente dell'Agenzia Iraniana per l'Energia Atomica, Gholamreza Aghazadeh, sostiene che i lavori a Bushehr stiano terminando e che entro l'inizio dell'anno iraniano (il 21 marzo prossimo) sarà possibile produrre energia nucleare da quell'impianto. L'installazione di Busher è parte integrante del più vasto programma nucleare civile e pacifico che il governo di Teheran dichiara di voler perseguire, ma viene altresì considerata dagli Stati Uniti e da gran parte dei paesi europei come la fase iniziale del tentativo degli ayatollah di dotarsi dell'arma atomica. In quest'ottica, l'arricchimento dell'uranio è visto con particolare sospetto dagli occidentali.

Il governo americano, a dispetto di un rapporto della propria intelligence che ridimensiona il programma nucleare iraniano, continua e ritenere Teheran una minaccia. Il presidente George W.Bush ha sottolineato nei giorni scorsi come l'arrivo dei rifornimenti russi liberi l'Iran dalla necessità di arricchire l'uranio che dovrebbe servire, secondo le dichiarazioni di Teheran, a garantire il funzionamento dei suoi impianti nucleari. La scoperta dell'impianto di Darkhovin e la dichiarata intenzione di alimentarlo con il carburante prodotto a Natanz lasciano tuttavia pochi dubbi sull'indisponibilità iraniana ad interrompere il processo di arricchimento dell'uranio.