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SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA - 12 marzo

di Critica Sociale


FINANCIAL TIMES
Let the Russians sort out Russia
di Rodric Braithwaite

"È opinione comune che i russi non hanno una tradizione democratica, che preferiscono la mano di ferro dell'autocrazia, che il paese è troppo grande, eterogeneo e disordinato per poter essere gestito altrimenti. Vladimir Putin è ancora più sottile: secondo lui i russi non sono ancora pronti per la democrazia, ma hanno bisogno di esservi accompagnati attraverso un processo controllato per evitare che tutto precipiti nel caos. Mi ricorda quell'inglese che sosteneva che l'indipendenza dell'India dovesse essere rinviata finché gli autoctoni fossero in grado di governansi da soli."

FINANCIAL TIMES
If Nato fails, so too does Europe on security
di Benjamin Schreer e Asle Toje

"Di fronte al peggioramento della sicurezza in Afghanistan, gli analisti politici si sono affrettati a dichiarare che la Nato sarebbe ormai gravemente ferita se non già morta. Se ciò fosse vero, sarebbe un grave problema per l'Europa, dal momento che la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea non è tale da poter assumere il controllo della situazione. L'Europa rischia di rimanere in Afghanistan senza un organismo in grado di gestire efficacemente la sicurezza."

LE MONDE
Sarkozy et Israël

"Forse è una coincidenza del calendario diplomatico, ma ciò non rende meno significativo il fatto che Shimon Peres sia il primo presidente straniero che si rende in visita ufficiale in Francia dall'elezione di Nicolas Sarkozy. Il presidente della Repubblica si definisce "un amico sincero del popolo ebreo e dello Stato d'Israele", e tale è considerato dai dirigenti israeliani. Il suo ingresso all'Eliseo è stato festeggiato dai dirigenti israeliani, anche se, dopo un periodo molto teso, le relazioni tra i due stati erano un po' migliorate con la visita a Parigi di Ariel Sharon nel 2005. Ma Jacques Chirac è stato sempre considerato come il continuatore gollista della "politica araba della Francia". (…) In fondo, la politica francese nel vicino Oriente non è sostanzialmente cambiata con l'elezione di Sarkozy  (…) Ma quello che è cambiato tra Parigi e Gerusalemme è soprattutto il clima. E, come ha sostenuto l'ambasciatore israeliano in Francia, in un'atmosfera d'apertura anche i disaccordi sono più facili."

LE MONDE
La spirale du Proche-Orient,
di Daniel Vernet

"Itzhak Rabin, il primo ministro israeliano assassinato a Tel-Aviv da un ebreo estremista nel novembre 1995, aveva elaborato un principio: negoziare con i Palestinesi come se il terrorismo non esistesse, combattere il terrorismo come se i negoziati non esistessero. Ehoud Olmert,, il suo lontano successore, non ha ne il carisma né senza dubbio la sua visione strategica, sebbene sia ormai convinto ad accettare il principio dei due stati sul territorio della Palestina. Alla testa di una coalizione la lui longevità è paradossalmente garantita dalla sua stessa debolezza - nessuno ha interesse a ripresentarsi agli elettori - naviga tra la repressione dei Palestinesi che attaccano le città israeliane dalla striscia di Gaza, l'espansione delle colonie e il proseguimento dei colloqui con Mahmoud Abbas, sotto la pressione degli americani."

LE FIGARO
Quand la Chine deviendra verte

"Dotandosi per la prima volta di un ministero dell'Ambiente, la Cina lancia un segnale forte inteso a mostrare la sua determinazione a lottare contro l'inquinamento galoppante creato dal suo enorme bisogno di sviluppo."

THE GUARDIAN
Darling to make child poverty his priority
di Patrck Wintour

"Alistair Darling cercherà oggi di sedare le polemiche sul probabile fallimento del governo rispetto all'obbiettivo di dimezzare la povertà infantile entro il 2010, offrendo uno scampolo di impegno per la lotta contro la privazione con quel poco che gli permette un così modesto budget. Mentre le povere condizioni della finanza pubblica consentono al Cancelliere di offrire solo una frazione di quei 3,4 miliardi di pounds necessari per realizzare una delle principali promesse di Gordon Brown, Darling sosterrà oggi che seppur ridotto lo stanziamento è in realtà una prova della determinazione del governo a conseguire il proprio obbiettivo."