La politica britannica è nel caos, la sua reputazione è nei guai e i fatti di ieri non sono stati granché d'aiuto. Mentre Jack Straw annunciava una serie di misure destinate a dare ai Comuni un potere (leggermente) maggiore e (forse) un po' più di rispetto, gli MP facevano qualcosa destinato ad avere un effetto esattamente opposto: cercare di bloccare la pubblicazione dei bilanci presentati all'Alta Corte. “Azioni arbitrarie e mancanza di trasparenza indeboliscono la democrazia”, ha dichiarato Straw, senza rendersi conto della contraddizione. (…) Il white paper e il relativo disegno di legge presentati ieri, sono un modesto tentativo di ri-bilanciare i poteri tra parlamento ed esecutivo, ma la verità è che il potere non è né dell'uno né dell'altro.
Sempre impegnato a marcare la differenza da Tony Blair, Gordon Brown ha fatto molto per cercare di ricostruire fiducia nella politica. Dopo che i tentativi iniziali sono falliti sotto lo scandalo dei finanziamenti al partito, per restaurare quella fiducia Brown ha adesso rilanciato il tema della riforma costituzionale. Ma ha commesso un errore. Nella volontà di enfatizzare la “Britishness” rischia di ridurre l'importante dibattito ad una serie di riforme marginali.
Il rafforzamento della relazione anglo-francese potrebbe avere conseguenze significative. Sono potenze nucleari, le uniche forze militari in Europa di una qualche importanza ad occidente della Russia. Sono due tra le economie più importanti del mondo. È meglio per la Gran Bretagna, la Francia e il resto del mondo se i due paesi cominciano a cooperare più da vicino piuttosto che danneggiarsi a vicenda.
La visita di Stato di Sarkozy, dopo il difficile compromesso sull'Unione per il Mediterraneo raggiunto qualche giorno fa da Parigi e Berlino, è un chiaro monito del fatto che, se l'Europa vuole essere presa seriamente nel mondo e, soprattutto, a Washington, non c'è reale alternativa ad una politica di più stretta collaborazione e coordinamento tra Francia, Germania e UK – in un implicito “Club dei Tre”.
Il presidente pakistano, Pervez Musharraf, subisce la sfida lanciata dal nuovo primo ministro, Youssouf Raza Gilani. Appena designato da una coalizione di partiti d'opposizione che ha vinto le elezioni legislative del 18 febbraio, Gilani ha annunciato martedì 25 marzo la liberazione dei giudici assegnati agli arresti domiciliari per ordine del capo dello stato. Musharraf si era rivalso contro i magistrati ed in particolare contro la Corte suprema che ne aveva contestato la ri-elezione. Questo primo ed altamente simbolico gesto del primo ministro mostra l'indebolimento del potere di Musharraf, che non ha potuto impedire ai suoi avversari di ottenere una maggioranza netta all'Assemblea nazionale, malgrado la scomparsa di Benazir Bhutto, in un attentato occorso durante la campagna elettoral...
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