La normalizzazione del Libano offre agli Stati Uniti un’opportunità straordinaria di contribuire alla sicurezza dell’area: rafforzare l’Esercito Libanese.Sino ad ora, tuttavia, l’Amministrazione Bush non sembra averla colta, come dimostra il silenzio sul tema tenuto dal Segretario di Stato, Condoleezza Rice, nel suo recente viaggio a Beirut. La ragione è il timore che la capacità militare libanese potesse rivolgersi contro Israele. Ma questa valutazione non tiene conto di un altro aspetto: che Hezbollah possiede una dotazione ben più potente di quella delle forze armate regolari.
Il Patriarca maronita Butros Sfeir è stato ufficialmente invitato dal Presidente libanese, Michel Sleiman, a partecipare alla conferenza dei leader spirituali delle comunità cristiana e musulmana che si terrà la prossima settimana a Beirut. L’iniziativa è volta a promuovere il processo di riconciliazione nazionale, avviato dall’accordo politico-istituzionale raggiunto a Doha.
A Parigi si ritiene che il dossier “difesa europea” che la Presidenza francese ha posto come priorità del prossimo semestre non procederà se la Francia non ne dimostrerà la compatibilità con la Nato, attraverso il proprio reintegro nel commando militare dell’Alleanza Atlantica. È per questo che, nel presentare il Libro Bianco sulla Difesa e la Sicurezza nazionale, Sarkozy ha ribadito che la Francia tornerà nella Nato. “La guerra fredda è finita” – ha dichiarato il Presidente che ha spiegato che l’attuale posizione francese alimenta le perplessità dei partner sui reali obbiettivi del progetto di Difesa comune. Insomma – spiega Jean-Claude Mallet, che ha diretto la Commissione che ha redatto il rapporto francese sulla difesa: “l’Europa della Difesa non sarà possibile se non si distenderà il rapporto tra la Francia e la Nato”.
Durante i suoi due mandati, Putin ha sfruttato a proprio vantaggio il principio di deterrenza sul quale si fondava l’ordine della Guerra Fredda, e riportato le lancette dell’orologio agli Anni 80. Non è un caso che amasse citare il leader tedesco Otto von Bismarck – “è più importante valutare il potenziale militare di un paese piuttosto che le sue intenzioni”. Questo principio ha segnato la strategia del Cremlino – dal caso Livtinenko al conflitto con la Georgia. Viene invece rifiutato quando si tratta dell’ingresso nella Nato dei paesi ex satellite.
Le truppe britanniche hanno ancora una missione da ultimare in Iraq, ovvero completare l’addestramento delle forze di polizia irachene. Lasciare l’Iraq senza altra ragione che la pressione della politica interna, significherebbe vanificare gli sforzi sin qui compiuti lasciando ai soli americani il peso di un compito che tutti giudicano cruciale alla stabilità ed alla autonomia del paese: il controllo della sicurezza da parte degli iracheni.
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