Personaggio di grande notorietŕ e di indiscusso prestigio, cui accade di essere circondato, ancora in vita, dall'aureola leggendaria di “apostolo” della stagiona “eroica” del socialismo italiano, Nicola Barbato sviluppa un trentennale impegno militante che nei suoi estremi cronologici (1893-1923) coincide pressochč perfettamente con l'intera vicenda del movimento operaio e contadino in Italia dalla fondazione del Psi sino all'avvento del fascismo.
Dalla drammatica ma esaltante esperienza dei Fasci siciliani alla lotta contro i tentativi reazionari di fine secolo, dall'accesa dialettica interna al Psi in etŕ giolittiana sino alla riaffermazione decisa, allo scoppio del primo conflitto mondiale, delle ragioni ideali del neutralismo socialista e quindi agli anni convulsi del dopoguerra tra mito bolscevico, “occasione rivoluzionaria” e fascismo incipiente, il socialismo di Barbato, originatosi da un moto di rivolta morale di fronte alle condizione di sfruttamento e di miseria in cui versano i contadini in Sicilia, trova ancoraggio costante, prima e a prescindere da qualsiasi formula dottrinale, nel dato “forte” della dedizione incondizionata alla causa dei diseredati e nel sentimento altrettanto profondo di appartenenza a un movimento che a livello internazionale lotta per la liberazione degli stessi dalle catene del bisogno e dell'ignoranza.