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Il mito di Stalin
Comunisti e socialisti nell'Italia del dopoguerra
di Maurizio Degl'Innocenti
Editore: Piero Lacaita
Prezzo: 15,00 €

 

Il comunismo ha conferito un'impronta decisiva e caratterizzante alla storia del '900, e di esso gli anni di Stalin furono quelli della massima forza evocativa ed espansiva.

Esso ha coinvolto direttamente un terzo dell'umanità e ha influenzato indirettamente i comportamenti della parte restante. Anche ammettendo che la sua parabola si sia compiuta definitivamente nel segno del crollo della patria d'origine, l'Unione Sovietica nata dalla rivoluzione bolscevica del 1917, l'eredità è rilevante. Studiarne i tratti distintivi e la sua "fortuna" significa interrogarsi sulle vicende di fondo della società contemporanea.

La vicenda del comunismo riguarda in modo particolare l'Europa e l'Italia, dove si insedị il maggior partito comunista dell'Occidente uno dei più forti del mondo, per giunta destinato a rivestire un ruolo predominante nei confronti delle altre componenti dello stesso schieramento della sinistra, fino ad assumere una sorta di monopolio dell'opposizione.

Al tempo stesso, in Italia prese corpo il socialismo di sinistra, fedele alleato del PCI e a lungo partecipe del mito di Stalin e dell'Urss, ad ulteriore testimonianza dell'accentuata radicalizzazione del sistema politico.


Si pụ ben dire che, caduto il mito di Stalin sopravvisse pur sempre lo stalinismo, in quanto ad esso si erano improntati i partiti comunisti durante e dopo il conflitto mondiale.