Rodolfo Mondolfo (1877-1976) è stato professore di Storia della filosofia nella Università di Torino e di Bologna; in seguito alle leggi razziali del 1938 si rifugiò in Argentina, dove ebbe la cattedra per lo stesso insegnamento, prima a Cordoba, poi a Tucuman.
I suoi numerosi studi, di carattere politico e filosofico, hanno approfondito in particolare il problema della libertà nel pensiero moderno, preludendo alla sua originale interpretazione del marxismo in senso umanistico. Egli, inoltre, ha dedicato molta attenzione ai problemi della scuola e dell'educazione, considerandone la centralità in una prospettiva di trasformazione sociale.
Per questo, il presente volume intende proporre una scelta dei suoi scritti scolastici-educativi, apparsi sui giornali e riviste, dai primi del '900 al 1923.
Nel considerare quali fossero i problemi emergenti della scuola italiana, in una fase così cruciale, viene messo in luce il contributo del filosofo, in rapporto alle diverse posizioni in campo, coinvolte in un ampio dibattito su politica, cultura e scuola.
Sul filo conduttore di “una scuola aperta a tutti e in tutti i suoi gradi” si collegano gli interventi di Mondolfo sulla scuola media unica, sulla scuola laica e sulla libertà scolastica, implicando una visione del rapporto tra uomo e società, tra cittadino e Stato, tra massa ed elite, che finisce per rivelarsi decisamente alternativa a quella espressa da Gentile negli stessi anni.