Anarchico prima e socialista libertario
poi, Merlino è uno dei
più originali protagonisti del
socialismo italiano, tra i pochi
capace di dialogare alla pari
con i più importanti intellettuali
europei e il primo che cercò
di coniugare socialismo e liberalismo.
Nato a Napoli nel
1856, avvocato, difende Malatesta
e Cafiero ed anche per questo
sarà nel 1883 condannato
come sovversivo e costretto a
ben dieci anni di esilio. Diventato militante del Partito
Socialista, viene candidato alle elezioni in un collegio
campano. Come avvocato è il coraggioso difensore
del regicida Bresci. Troppo radicale e liberale per
il socialismo riformista e troppo moderno e riformista
per il socialismo rivoluzionario, troppo indipendente
per tutti, si allontanerà dalla politica attiva continuando
la sua elaborazione teorica e la sua militanza
garantista. Nel 1921 è il difensore di alcuni dei presunti
attentatori del Cinema Diana e tra i pochi a capire
l’evolversi del fenomeno fascista cui dedicherà
due saggi, uno dei quali pubblicato da Piero Gobetti.