Pochi conoscono questo volumetto
di poesie che Turati, uno
dei grandi padri del socialismo
democratico e del movimento operaio
italiano, scritte nel 1883.
Poesie piene di reminiscienze
carducciane nelle quali si incomincia
ad intravedere l’impegno
sociale che verrà (ad esempio
nella lirica dedicata ai nichilisti
russi impiccati a Pietroburgo nel
1881). Forse il Turati non fu
grande poeta, come del resto
scrive nella prefazione: Certo se
in luogo di dare vani versi alla carta io avessi dato
altrettanto vigorosi colpi di badile alla terra, onde fossero
germogliati de’ bei pani a coloro che ne bisognano,
certo io sarei più soddisfatto. Ma queste poesie più
di molti saggi fanno capire in che clima nacque e si
sviluppò il primo socialismo italiano.