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SCHROEDER E PUTIN, LEGAMI NON COINCIDENZE


Editore: Critica Sociale

La straordinaria carriera diGerhard Schroeder sembra fondarsi sulla promettente premessa che qualsiasi cosaegli faccia nessuno la ricorda per molto tempo. Inoltre, il fascino personale esercitatonei confronti dei suoi connazionali riesce sorprendentemente ad annebbiare lapercezione del suo operato.

Chi ricorda le due visite diSchroeder a Breznev  avvenute aMosca nel 1980 e nel 1982 negli stessi mesi in cui i sovietici iniziavanol’invasione dell’Afghanistan e puntavano i missili SS-20 sull’Europaoccidentale, e chi ricorda che Schroeder riteneva lo stesso Breznev piùpropenso a parlare di pace degli americani?

Qualcuno ha memoriadell’opposizione di Schroeder alla riunificazione tedesca ed alla creazionedell’euro? E che dire del suo sostegno alla vendita di tank tedeschi all’ArabiaSaudita, poi saltata per decisione del governo socialdemocratico di HelmutSchmidt e, più recentemente, in qualità di cancelliere, del suo impegno perconvincere l’UE a porre temine all’embargo sulla vendita di armi alla Cina?

“Quest’uomo”, disse una voltaHelmut Kohl, “ha la notevole capacità di stare regolarmente dalla partesbagliata della storia”. In questa fase Schroeder sembra nuovamente seguire ilsuo istinto in tal senso.

Un mese dopo aver lasciato lacarica di cancelliere ha infatti accettato la presidenza di una controllatadella Gazprom, proprio nel momento in cui Vladimir Putin, amico intimo diSchroeder, sta tentando di trasformare le enorme risorse energetiche controllatedall’azienda in un potente strumento di politica estera, finalizzato arafforzare notevolmente l’influenza geopolitica di Mosca.

Nell’attesa che inizi ufficialmentea svolgere il suo incarico di presidente del board della North European GasPipeline Company (detenuta da Gazprom e,come azionisti di minoranza, dalle tedesche BASF ed E.ON Ruhrgas), Schroedersembra questa volta aver compiuto una scelta irreversibile.

Tramite Gazprom la Russia staintimando all’Ucraina di pagare prezzi decisamente più alti per il gas ed hatagliato le forniture come rappresaglia rispetto all’orientamentofilo-occidentale di Kiev. La scorsa settimana, Andrei Illarionov, consigliereeconomico di Putin, ha lasciato l’incarico lamentando come al Cremlino comandiormai una cricca di ex membri del KGB legati al presidente e sostenendo che lagestione delle corporations di Stato, come Gazprom, viene determinatasoprattutto dagli interessi personali dei membri dell’apparato legato a Putin.La pressione sull’Ucraina viene definita da Illarionov “il primo passo versouna politica imperialista”.

Schroeder ritiene forse, inquesto edotto dalle dinamiche politiche tedesche, che in situazioni del generesia importante andare sino in fondo senza tentennamenti e ripensamenti. Dopotutto, ricorda Bela Anda, suo ex portavoce, che prima della vittoriosa campagnaelettorale del 1998 Schroeder, pur temendo che il divorzio dalla terza mogliepotesse danneggiarlo elettoralmente, non esitò e si sposò per la quarta volta.La sua popolarità crollò del 50%, ma in poche settimane riguadagnò i consensiperduti.

Durante quella campagna,Schroeder, ignorando il divieto espresso dall’ UE, incontrò il presidentebielorusso Alexandr Lukashenko, tuttora considerato l’ultimo dittatored’Europa.

Chi se ne ricorda? Di sicuro ilCremlino.

Lukashenko, buon amico dellaRussia (in seguito i rapporti si sono raffreddati, con conseguenze negativesulle forniture di gas russo a Minsk- ndt),paga 47 dollari, contro i 230 che Gazprom chiede all’Ucraina, per 1000 metricubici di gas russo.

Ad ogni modo, in questi giorni laplatea a cui Schroeder deve rendere conto non è più la stessa. La sua nuovacircoscrizione elettorale di riferimento è l’opinione pubblica internazionalecon il suo senso di repulsione ed il nuovo lavoro dell’ex cancelliere non ècerto paragonabile a quello di un vecchio campione di pugilato assoldato a finecarriera da un Casino di Las Vegas.

L’obbiettivo che Putin persegueingaggiando Schroeder, dopo aver offerto invano a Donald Evans (ex segretarioUSA al commercio) la presidenza di un’altra propaggine di Gazprom, è legatosoprattutto alla volontà di acquisire intelligenze ed influenza politica, nonsoltanto uomini-immagine che rassicurino gli investitori occidentali sullatrasparenza dell’azienda di Stato russa.

Alcune evidenze bastano a farluce su...



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