Best of…”Unione per il Mediterraneo”
“Che la crisi istituzionale non diventi una scusa per bloccare l’azione dell’Europa. Al contrario, che sia proprio la paralisi istituzionale a spingerci ad agire subito.” Così, il Presidente del Consiglio dell’Unione europea, Nicolas Sarkozy, nell’intervento di presentazione al Parlamento europeo delle priorità dell’agenda francese.
Innanzi agli europarlamentari riuniti a Strasburgo, Sarkozy non si limita ad annunciare un programma: lancia una sfida, quella di ridare all’Europa la missione di “proteggere” i suoi cittadini, offrendo loro risposte concrete alle inquietudini che hanno generato il rifiuto degli europei – non solo degli irlandesi - per le istituzioni comuni. Quella di Sarkozy è una battaglia mitterandianamente politica, come ha osservato Le Monde in un commento sulla performance del Capo di Stato francese, a cospetto di un euro-parlamento pregiudizialmente dibattuto sull’offrire o no il proprio sostegno ad una Presidenza che ha inaugurato all’insegna, se non della “rottura”, certamente della “collisione” con l’esecutivo comune. La polemica con il Commissario al Commercio Estero, Peter Mandelson, e quella successiva con il Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, contrariamente a quanto paventato dai coloumnist delle più autorevoli testate internazionali, non ha indebolito ma rafforzato l’autorevolezza di Sarkozy nella famiglia dei 27. Nel suo intervento al PE, ed ancor più nell’agguerrito “question time” che ne è seguito (ha fatto molto clamore il dialogo con l’europarlamentare verde Daniel Cohn Bendit sulla presenza del Capo dello Stato francese all’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Pechino), Sarkozy ha dimostrato la determinazione della Francia a perseguire un obbiettivo politico che va aldilà delle prerogative “amministrative” del semestre. È dunque proponendo un ragionamento politico, lucido e coerente, che il Capo del Consiglio europeo ha conquistato la fiducia del luogo-simbolo della democrazia europea, il Parlamento. Per Sarkozy, l’Europa deve ri-fondarsi, ritrovando la missione non nell’articolazione astratta di principi, o nella progettazione di complesse impalcature istituzionali, ma offrendosi ai cittadini come risposta al bisogno di sicurezza – economica e sociale - alimentato dalla globalizzazione. L’Europa, insomma, deve agire. Agire per la propria sicurezza e agire per capitalizzare la funzione politico-economica che le viene dalla collocazione geo-strategica. Ebbene, nella prima settimana di Presidenza del Consiglio UE, Sarkozy ha dimostrato che agire concretamente si può. Approvate dai Ministri degli Interni dei 27 le norme sull’immigrazione clandestina, una nuova “prova” dell’efficacia dell’agire politico europeo è stato il vertice che, a Parigi, ha varato l’Unione per il Mediterraneo. La presenza allo stesso tavolo del Premier israeliano, Ehud Olmert, e del Presidente siriano, Bachar el-Assad, è stato un messaggio dal valore simbolico dirompente.
L’UPM è un “sogno che si avvera” – ha commentato il Ministro degli Esteri, Bernard Kouchner. L’abbraccio tra i leader israeliano e palestinese, l’incontro tra i presidenti siriano e libanese, i toni distensivi dei leader arabi e africani e la soddisfazione dei capi di governo europei riuniti al Gran Palais per sancire la nascita della nuova “alleanza” euro-mediterranea, hanno rappresentato la più straordinaria occasione di distensione e dialogo tra i diversi attori mediorientali.
Sarkozy, che ha tenuto duro di fronte all’esplosione di critiche per la presenza della Siria, all’indomani del successo parigino, ha ottenuto il plauso unanime, di leader politici ed osservatori internazionali, per esser riuscito, rischiando, a vincere una doppia partita diplomatica: rafforzare la posizione della Francia in Europa, e guadagnare al paese la “benedizione” dei paesi arabi – anche dei più scettici di fronte alle prospettive dell’UPM - come “mediatore gradito” nelle dispute mediorientali. Il progetto euro-mediterraneo di Sarkozy convince, inoltre, anche la “bibbia” del liberismo continentale, l’Economist che si dedica ad analizzare le grandi opportunità di sviluppo “a lungo termine” offerte, all’Europa, dalla regione dell’arco mediterraneo che, si osserva, ha registrato una crescita degli investimenti stranieri seconda solo a quella della Cina. La nuova alleanza politico-economica tra i paesi delle due sponde del Mediterraneo – la vecchia Europa e la nuova Africa - potrebbe allora rivelarsi una combinazione vincente. La sfida ...