L'ipotesi “shock” di una convocazione anticipata delle elezioni politiche non sembra del tutto campata in aria
In un'intervista al Sunday Times, Gordon Brown, sulle eventualità di indire elezioni anticipate, si fa reticente, pesa le parole, dice di non pensarci ma di sentirsi impegnato ad organizzare il lavoro che lo attende e che illustrerà alla riapertura del Parlamento in occasione del discorso della Regina.
Tuttavia molti osservatori credono che il neo-premier si rivolgerà alla nazione (come è nell'uso inglese chiamare la convocazione elettorale) non oltre l'estate, nonostante il suo governo abbia tempo per restare in carica fino al 2010. Le stesse fonti vicine al governo fanno trapelare che se anche il Primo Ministro pensa ad improvvise elezioni, tuttavia non lo dirà mai nel corso della Conferenza.
E si fa anche una data: quella del 25 otttobre, che fa titolare il Sunday Post l'evento: “Octoberfest”.
In quella riunione della vigilia, Brown con i suoi ministri ha affrontato, a porte chiuse, la questione “elezioni anticipate” valutando i pro e i contro. L' ultimo sondaggio dà un flusso di elettori conservatori verso il Labour con un risultato di 6 punti percentuali di vantaggio sui Tories, con il 39 per cento contro il 33 per cento, con un 16 per cento attribuito agli elettori LibDem. Con questi risultati Brown avrebbe trenta deputati in più di quelli di cui può disporre attualmente. Secondo un sondaggio riservato in possesso del Labour il partito avrebbe ben 14 punti di vantaggio sui Conservatori, un risultato che confermerebbe la recente inversione di tendenza registrata alle comunali. Tra poco ci saranno altri test locali per confermare questa tendenza: le elezioni nei collegi di Corby e Dover.
D'altro canto, alle ragioni che spingerebbero alla scelta delle elezioni si contrapporrebbe invece la natura prudente del carattere del Primo Ministro, che prima di chiamare alle urne gli inglesi desidererebbe aver già ottenuto visibili risultati nel miglioramento dei servizi pubblici, in particolare nella sanità e nell'educazione. Questo comporterebbe un'attesa di almeno un anno, ma Brown sostiene preferire di essere giudicato per i fatti compiuti, piuttosto che vincere in contropiede.
Nelle ultime settimane l'opinione pubblica si è preoccupata per la crisi creditizia che ha messo in ginocchio la Northern Rock e che minaccia le famiglie con un aumento delle rate dei mutui. Brown è stato criticato per aver lasciato crescere il boom del credito e per aver diviso la regolamentazione dei mercati finanziari fra la Tesoreria, la Bank of England e la Financial Service Authority durante il suo Cancellierato. In tal modo, questo gli si addebita, non si ha ora una sola mano che possa tenere le redini in pugno nel momento della crisi.
I delegati riuniti a Bournemounth staranno dunque in assoluto silenzio per cogliere dal discorso che il neo Primo ministro terrà al BIC, ogni accenno all'eventualità di elezioni anticipate, ma anche nell'attesa di una risposta rassicurante alle numerose crisi che si addensano e che finora Brown sembra essere riuscito ad affrontare con successo.
Comunque la Conferenza spera nelle elezioni subito. E la platea accoglie infuocata il nuovo leader. (S.C)