OBAMA CONQUISTA PIU’ DELEGATI. MCCAIN FRONT-RUNNER
La Clinton ottiene più voti ma meno delegati di Obama. L’anziano senatore dell’Arizona guadagna terreno. Giuliani ora è nei guai
Hillary Clinton ottiene il 51% dei voti e sconfigge Barack Obama nei caucuses del Nevada, ma grazie al particolare sistema di distribuzione dei delegati, coloro che poi votano effettivamente alla Convention, il senatore dell'Illinois saluta Las Vegas con qualche certezza in più. Tredici delegati a dodici. Questo lo score, in attesa della distribuzione finale dei delegati che avverrà ad Aprile. Dunque se la Clinton si conferma favorita ed ottiene l'appoggio dei latinos del Nevada, Obama rafforza la sua posizione, sostenuto dall'83% dell'elettorato nero. John Edwards subisce un atteso tracollo, ma ribadisce l'intenzione di correre sino alla fine. Se manterrà la promessa, a fine agosto i suoi delegati alla Convention di Denver conteranno e potrebbero avere un certo peso.
Sicuramente Hillary Clinton se la passa molto meglio oggi rispetto ad un paio di settimane fa. Dopo l'Iowa rischiava seriamente di venir spazzata via dal ciclone Obama e di riporre nel cassetto i suoi sogni di gloria. Per la gioia di una buona metà degli americani, che la detestano. Dopo due vittorie di fila lo scenario è cambiato, ma la ex first lady non deve sedersi sugli allori. Se Edwards è stato respinto, Obama è ancora molto forte e determinato. Batterlo non sarà facile. Inoltre, sarà importante vincere nettamente e senza lacerare il Partito Democratico. Su entrambi i fronti, la Clinton e i suoi, Bill in testa, dovranno lavorare parecchio. Ad ogni modo, non escono benissimo dal Nevada.
Nel frattempo, la guerra continua. Obama ha recentemente confessato: “Nel 1980 Ronald Reagan ha cambiato l'America, cosa che Richard Nixon e Bill Clinton non sono riusciti a fare.” Touché.
aranno primarie chiuse agli indipendenti, che sono stati sin qui la forza di McCain, ed assegneranno 57 delegati al candidato vittorioso, nessuno a tutti gli altri. Winner take all, chi vince prende tutto. Si tratta di un'occasione importante per molti. Giuliani deve rilanciarsi dopo una serie di risultati oltremodo miseri, altrimenti potrebbe uscire di scena, come peraltro medita di fare Fred Thompson. McCain vuole liberarsi di Giuliani. Romney cerca il colpaccio in uno Stato dove corre come outsider. Huckabee ha bisogno disperatamente di dimostrare che l'Iowa non è stata un'inebriante eccezione. Tutti i candidati superstiti hanno dunque un motivo per impegnarsi in Florida, nessuno potrà nascondersi o sottostimare l'evento.
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