“La Francia sarà sempre al fianco di Israele. Ma non vi sarà avvenire senza pace. E non vi sarà pace senza perdono.”
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“È un'amicizia profonda che lega la Francia a Israele e sono qui oggi per rinnovare questa amicizia.”
È un'occasione straordinaria oggi per la Knesset: Nicolas Sarkozy è il primo Presidente della V Repubblica francese, dopo François Mitterand nel 1982, a intervenire innanzi al parlamento israeliano. E le prime parole che il Capo dello Stato rivolge a “tutto il popolo israeliano” sono una dichiarazione di amicizia, rispetto, vicinanza per “un popolo che ha saputo trasformare in realtà – orsono sessant'anni –il sogno della creazione di uno Stato ebraico” che ha posto fine alla diaspora millennaria del popolo ebraico, e dato vita da una democrazia moderna, plurale, ricca che è esempio di civiltà e tolleranza.
La visita di Sarkozy è seguita con grande attesa nel paese. Ed èDalia Itzik, Presidente della Knesset, a sottolineare la straordinarietà del momento: “Riponiamo grande speranza nella determinazione con la quale – lei, Presidente Sarkozy - ha mostrato la sua amicizia per Israele.”
“Le chiavi della pace sono nelle sue mani” – ha dichiarato commossa la Irzik, nell'esprimere la grande speranza che Israele ripone nell'iniziativa dell'Unione per il Mediterraneo, giudicata una “grande opportunità” per la pace in Medio Oriente. Così, anche il Primo Ministro, Ehud Olmert, ed il Capo dell'opposizione, Benjamin Netanyahu, salutano in Sarkozy “il vero amico”, ed esprimono “la gratitudine” di Israele perché, con la sua amicizia, Sarkozy ha saputo aprire “un nuovo capitolo nelle relazioni tra i due paesi.”
Per Sarkozy, la vicinanza della Francia ad Israele nasce dalla spontanea ammirazione peruno Stato che “non appartiene solo agli ebrei ma a tutto il mondo”, per i valori della giustizia, del Diritto, della speranza, della democrazia di cui ha saputo divenire simbolo. “Un simbolo che vale per il mondo intero”.Il popolo ebraico - ribadisce il Presidente francese – merita il riconoscimento per il “tesoro” che ha saputo donare all'umanità “con la sua cultura, la sua storia, la sua sensibilità”. “Il popolo francese – continua Sarkozy - sarà per questo sempre al fianco del popolo israeliano, e ne difenderà il diritto alla sicurezza ed all'esistenza che sono costantemente ostaggio della minaccia del terrorismo.” La minaccia all'esistenza di Israele è per la Francia “inaccettabile”. Ed è per questo che il Presidente ribadisce la sua determinazione a chiedere alla comunità internazionale l'inasprimento delle sanzioni contro l'Iran perché – dice – “un Iran nucleare è per noi inaccettabile”.
Ma come già anticipato al suo arrivo a Tel Aviv, per Sarkozy la sicurezza di Israele non sarà mai garantita se al suo fianco non nascerà uno Stato palestinese “democratico, affidabile ed indipendente”.Alla Francia preme dunque “dire la verità al popolo palestinese” e la verità – insiste il Presidente – “è che non potrà mai esservi uno Stato palestinese se si continuerà a perseguire la distruzione di Israele”.L'avvenire dei due popoli – israeliano e palestinese - dovrà dunque essere costruito sul “perdono”.
“Il popolo palestinese ha diritto ad uno Stato, con dei confini chiari, fondato sul Diritto e non sulla forza. È compito dei palestinesi combattere il terrorismo. Ma se i palestinesi non sono liberi, non si avrà mai la pace.” Allora – ragiona il Presidente francese – se gli israeliani sono stati capaci di costruire uno stato democratico, oggi è necessario che i loro sforzi siano orientatialla creazione di uno stato palestinese perché – insiste Sarkozy – “in gioco c'è il vostro avvenire”. E non c'è avvenire senza pace e se anche la pace può risultare dolorosa,“cosa dire allora la guerra?”
“Avete fatto la pace con la Giordania, avete fatto la pace con l'Egitto. È tempo di fare la pace con i palestinesi”: questo l'invito che il Capo dello Stato francese rivolge agli amici israeliani.
Perché la forza non può essere la sola risposta, e per quanto dolorosa possa essere la pace, è la questa la sola strada capace di garantire a Israele un avvenire sicuro, democratico, moderno.Ma è un messaggio di speranza che Sarkozy intende portare a Israeliani e Palestinesi: il 13 luglio, a Parigi, tutti i paesi del Mediterraneo avranno l'opportunità di far nascere un'alleanza in nome degli interessi comuni per lo sviluppo economico regionale. “Tutti i popoli del Medio Oriente amano la pace, tutti sono figli di Abramo e tutti appartengono alla stessa terra – la vostra terra - che può tornare a risplendere” – continua Sarkozy – nella convivenza tra ebrei musulmani, cristiani. Ora, continua Sarkozy, l'Unione per il Mediterraneo può realizzare la pace perché non potrà esservi armonia in Medio Oriente se non vi saranno opportunità di sviluppo attraverso l'integrazione e la condivisione di obbiettivi ma queste opportunità non si presenteranno se non vi è pace. È allora il momento di mostrarsi forti perché – conclude Sarkozy, rivolgendosi ai membri del parlamento israeliano – “quando si è forti si può tendere la mano.”
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