Non è un caso che un gruppo di autorevoli parlamentari socialisti - Christophe Caresche, Jean-Marie Le Guen, Gaëtan Gorce, ed il giovane aspirante leader, Manuel Valls – in una tribune pubblicata su Le Monde all'indomani della disfatta parlamentare socialista, accusino François Holland di aver guidato il partito in una manovra strategicamente e politicamente sbagliata. “Accecati dall'iperpresidenzialismo dell'attuale Presidente della Repubblica – si legge nell'intervento – i socialisti hanno voluto vedere in questa riforma l'intenzione di inscrivere nella Costituzione il rafforzamento dei poteri presidenziali. Questa percezione è essenzialmente sbagliata. Il presidente della Repubblica non guadagna alcun nuovo potere, salvo la facoltà di esprimersi innanzi al Parlamento riunito in Congresso.”
L'errore strategico di Holland, poi, è stato quello di aver “politicizzato” la sfida in aula, così permettendo all'UMP di rinserrare le fila. Molti parlamentari della maggioranza, ancora incerti sul voto, hanno infatti preferito appoggiare la riforma piuttosto che giocare contro la propria squadra. Sulla condotta del Ps recrimina anche il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, che si appella ad una condotta dei parlamentari socialisti improntata a “maggiore serenità e solidarietà” per non cedere alla “trappola tesa da Sarkozy, dividere l'opposizione e rompere il fronte di solidarietà nel partito”.