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GORDON BROWN E LA LOTTA ALLA POVERTA'

È a Lambeth, la sede della Conferenza dei vescovi anglicani, che il Premier britannico, Gordon Brown, rilancia la priorità del governo laburista: conseguire gli Obbiettivi del Millennio nella lotta alla povertà

Data: 0000-00-00

Simona Bonfante

Il Governo di Sua Maestà si dichiara “grato” alle Chiese ed agli organismi religiosi che si battono per affermare giustizia e umanità nelle terre più sfortunate del pianeta. E chiede anzi ai fedeli riuniti a Lambeth dall'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, di aiutare il governo ad assolvere alle sue responsabilità politiche, contribuendo direttamente, o supportando iniziative indipendenti, volte a debellare malattie devastanti come la malaria, e rinnovare al mondo le sue responsabilità verso chi soffre.

“Se siete qui – ha affermato Brown alla platea di fedeli - è perché dove c'è sofferenza, voi accorrete a lenirla, dove c'è ingiustizia, vi battete per correggerla, dove c'è povertà il vostro obbiettivo è sconfiggerla. Non è forse questo il messaggio delle chiese e dei gruppi religiosi in ogni tempo?”

Ma mentre le responsabilità collettive dei paesi ricchi rimangono drammaticamente inevase, è grazie all'opera dei credenti di tutte le fedi che si rinnova nell'umanità lo spirito di altruismo e devozione che dovrebbe sempre segnare il tragitto della vita di ciascuno.

Brown non si sottrae alla responsabilità e riconosce di avere, come Premier di una delle nazioni più importanti del mondo, il dovere morale di fare in modo che la lotta alla povertà sia avvertita, dalla nazione, come una missione volta ad affermare i valori unificanti e costitutivi della civiltà britannica. Perché, come osserva il Primo Ministro nel citare il rabbino Sacks, “Non si può festeggiare quando gli altri muoiono di fame, non si può essere felici, quando gli altri sono tristi, non si può stare veramente bene mentre milioni di persone soffrono, e finché i poveri saranno ancora così tanti, è tutta la società che si impoverisce.”

Ed è alle comunità religiose, che si rivolge allora Brown per chiedere di rinnovare nel governo l'urgenza di agire affinché gli ambiziosi obbiettivi del Millennio – riduzione dei due/terzi della mortalità infantile e dei tre/quarti della mortalità materna, entro il 2015 – non cessino di essere perseguiti. Perché l'impegno e la determinazione dei governi laburisti non è stata sufficiente a garantire un progresso significativo nella lotta alla povertà. “Al grado attuale di avanzamento - riconosce onestamente il Premier -  non raggiungeremo quegli obbiettivi né nel 2015, né nel 2020, né nel 2030 ma non prima del 2050, e” – osserva sconsolato il leader laburista – “molte vite saranno sacrificate inutilmente a causa della nostra incapacità di agire”.

Brown, insomma, ammette che i governi laburisti non sono riusciti a vincere la sfida del Millennium Development Goal. È lo stesso premier, infatti, che osserva che l'obbiettivo della scolarizzazione universale da compiersi entro il 2015, non sarà conseguito “né nel 2015, né nel 2050 e neppure nel 2100, ma nel 2115”. E  che obbiettivi come l'universalizzazione dei servizi sanitari e idrici, o quello del dimezzamento della povertà, suonano oggi come “slogan”. “Credevamo che bastasse la tecnologia – medicine, scienziati, ingegneri – per raggiungere gli obbiettivi del Millennio. Ma adesso sappiamo che abbiamo la tecnologia, le medicine, gli scienziati, ma quello che manca è la volontà di agire.”
 A questo riguardo, Brown chiede alle chiese di aiutare il governo laburista a fare in modo che, nella lotta alla povertà, l'esecutivo definisca obbiettivi concreti da raggiungere subito. Tra gli impegni che il Primo Ministro chiede vengano sottoposti dagli organismi religiosi al governo britannico, l'accesso all'istruzione ha la priorità assoluta. Per Brown si deve fare in modo che governo e organismi religiosi cooperino perché “entro il 2010, ci siano 40 milioni di nuovi scolari e, entro i 5 cinque anni successivi, possano essere tolti dalla strada tutti i bambini.”

La formazione di medici e infermieri è il secondo impegno che Brown chiede alle comunità religiose di sottoporre al governo: “Formazione, attrezzature scientifiche e medicine per permettere a tutti di curarsi come facciamo noi, e sconfiggere malattie che noi abbiamo sconfitto, come la polio, la tubercolosi, la malaria, o che stiamo per sconfiggere, come HIV.”

La terza priorità è l'accesso al cibo. “Non solo aiuti – sottolinea il Premier britannico – ma un'agricoltura libera dal protezionismo del quale dovremmo vergognarci, libera da quel protezionismo che impedisce ai paesi poveri di produrre da sé il cibo di cui hanno bisogno”. I paesi occidentali – insiste Brown – hanno la possibilità di contribuire a realizzare una “rivoluzione verde” in Africa.

“E se mi si dice che si tratta di obbiettivi irrealistici, che siamo dei sognatori, degli idealisti illusi, mi sia concesso ricordare che vent'anni fa si diceva che l' apartheid non sarebbe mai stata sconfitta, e che Nelson Mandela non sarebbe mai stato libero, che la Guerra Fredda non sarebbe finita e che il Muro di Berlino non sarebbe mai caduto. Ma poiché uomini e donne di fede e convinzioni religiose hanno lottato duramente perché le cose cambiassero, le cose sono cambiate davvero.”

Le cose possono cambiare se c'è, insomma, la volontà di fare in modo che le cose cambino. La campagna del Millennio – l'iniziativa permanente lanciata negli Anni 90 dalle Nazioni Unite – ha permesso di curare due milioni di malati di Aids, e di vaccinare oltre 500 milioni di bambini. “Ma sappiamo che tutto questo non è ancora abbastanza – riconosce Brown – e che questo, in realtà, non è che l'inizio.”

Ma governi e organismi religiosi insieme possono fare molto, e bene, lavorando fianco a fianco perché “se l'arco dell'universo morale è lungo, ebbene esso porta alla giustizia.” L'appello che allora Brown rivolge ai fedeli riuniti a Lambeth dall'Arcivescovo di Canterbury, è di avere “fiducia” e “speranza”. “Fiducia” che, come è già successo in passato - con la mobilitazione internazionale contro il debito estero dei paesi poveri - le ingiustizie mondiali possano essere sanate; e “speranza che ci saranno sempre persone di buona volontà disposte a battersi per una causa giusta.”
Brown rinnova allora ai fedeli l'appuntamento del 25 settembre, quando a New York, si terrà una seduta straordinaria delle Nazioni Unite dedicata all'emergenza povertà. Dovrà essere quella l'occasione per rinnovare al mondo la sfida del Millennium Development Goals, l'urgenza di intervenire subito per non tradire l'impegno morale verso i poveri del mondo.

“Se lottare per la giustizia vuol dire battersi insieme per una causa comune, allora – conclude Gordon Brown - uniamoci perché insieme potremo cambiare le cose.”
   






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