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IL CREMLINO RICONOSCE LA SECESSIONE DI SUD OSSETIA E ABHKAZIA
L'INVASIONE TERMINA CON L'ANNESSIONE. MOSCA ROMPE OGNI DIALOGO

L'invasione del 7 agosto si conclude con l'annessione di una parte della Georgia e l'occupazione di nodi vitali per l'indipendenza di quel Paese

Data: 0000-00-00

Dopo la Duma anche il Cremlino ha accolto le richieste di riconoscimento delle provincie dell' Sud - Ossetia e dell' Abkhazia come Stati separati dalla Georgia. L'armistizio del cessate il fuoco viene letto da Mosca - in questo modo - già come una resa dell'occidente alla azione militare russa. L'invasione del 7 agosto si conclude quindi con l'annessione di una parte della Georgia e l'occupazione di nodi vitali per l'indipendenza di quel Paese. L'Europa,dal canto suo, perde il controllo sull'unica via di rifornimento di gase greggio caucasici fino ad ora al di fuori del monopolio russo.Sarkozy convoca un Consiglio europeo straordinario per il 1 settembre.Frattini  alle Commissioni parlamentari: "Nessuno può permettersi illusso di rompere con Mosca, ma temo il riconoscimento delle secessionida parte di Medvedev". Purtroppo è tardi.

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La linea della sdrammatizzazione,che ha fino a qui  prevalso, particolarmente in Germania ed Italia, nella speranza di una crisi passeggera quasi fossimo inpresenza di una crisi di nervi del glaciale Putin, è stata smentitadallo stesso Cremlino. La Russia,anzi il governo russo, non haimprovvisato l'aggressione alla Georgia (lo conferma Edward Luttwak in una intervista a Critica Sociale che sarà pubblicata tra qualche giorno)e la sottovalutazione di questo fatto concreto è della stessa natura diquella del governo georgiano al momento della sua imprudente reazionearmata in sud Ossezia, entrambe ingenue a dir poco e, per l'Europa inparticolare, controproducente dal punto di vista contrattuale sia neiconfronti dei propri interessi in Russia che dei propri rapporti congli USA. Un doppio errore "centrista" che ci ha indebolito e che harafforzato Mosca e che si spera Sarkozy sia intenzionato a correggere.

Di difficile interpretazione è poi la persistente equidistanza della Farnesinache sembra attestarsi sulla linea della fiducia negli "uomini dibuonavolontà" . Un'intenzione lodevolissima che tuttavia rischia di nonprodurre risultati generali. La buona volontà non ha finora fermato ipiani di Mosca. Nè alcuno l'ha provocata, come dimostrano i verticiNato a Bucarest e il successivo vertice a Sochi tra Bush e Putin daentrambi definito costruttivo.  Il ministro degli Esteri, Frattini,riferendo alle Commissioni Parlamentari sulla crisi georgiana, hasostanzialmente ribadito quanto in precedenza già detto sul quotidianoLibero: "L'Italia sta con Bush, ma anche con Putin",confermando come "nessuno puo' permettersi il lusso di compromettere irapporti" con Mosca, chiave di volta per la pace in MO e perl'Afganisthan, ma rivelando, allo stesso tempo, la "preoccupazione" cheMedvedev riconosca le due secessioni. In questa fase la  politicaestera italiana sembra impegnata comprensibilmente nella ricerca disalvare il salvabile dei rapporti bilaterali italo-russi, ma alriparo dal mondo è difficilissimo.  Ciò comporta il rischio di faresentire la Russia ancora più forte di quanto in realtà sia, dialimentarne l'"assertività", di compromettere gli auspicati rapportiamichevoli. Rispetto alla Finlandia del dopoguerra, l'Italia hadalla sua una certa distanza geografica per non genuflettersieccessivamente. (noi)







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