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IL DISCORSO DI GORDON BROWN AL CONGRESSO

La fede nel futuro ha sempre caratterizzato la storia e la promessa che l’America porta con sé

Data: 0000-00-00

Gordon Brown, Washington, 4 marzo 2009,

Signora Speaker, signor Vice Presidente, gentili membri del Congresso, mi presento in questa grande capitale d'America, rinnovata da un nuovo presidente, per ribadire che la fede degli Stati Uniti nel futuro è stata, è, e sarà la più potente ispirazione per il mondo intero.

La stessa nascita degli Stati Uniti rappresentò un atto di affermazione di  fiducia nel futuro: un futuro nel quale non solo si è creduto, ma che è stato costruito. Il 20 di gennaio, voi, popolo Americano, avete iniziato a scrivere l'ultimo capitolo della storia degli Stati Uniti , con una rinnovata dignità, della quale tutti possano gloriarsi. Il presidente Obama ha consegnato al mondo una nuova speranza, e quel giorno miliardi di persone  hanno guardato a Washington D.C. come “una città raggiante sopra una collina”. Oggi voglio anche rivolgermi a uno dei più stimati senatori, conosciuto in ogni continente e grande amico. Il Nord dell'Irlanda è oggi pacifico, più Americani possono usufruire del servizio sanitario,  più bambini nel mondo vanno a scuola, e per tutti questi risultati siamo debitori alla vita e allo spirito del Senatore Edward Kennedy. Quindi oggi, avendole parlato ieri sera, voglio annunciare che sua Maestà la Regina ha premiato
Sir Edward Kennedy con un titolo onorario.

Signora Speaker, signor Vice Presidente, sono  venuto qui in amicizia per rinnovare, in una nuova era, la nostra speciale  amicizia fondata su un passato condiviso, i nostri valori condivisi e, come io credo, il nostro futuro.. Sono cresciuto negli anni  sessanta quando gli Stati Uniti governati dal Presidente Kennedy guardavano al cielo e vedevano non un infinito vuoto ignoto, ma una nuova frontiera da provare a scoprire ed esplorare. Si credeva fosse impossibile, ma l'America ce l'ha fatta. Vent'anni dopo, l'America del Presidente Reagan si è rifiutata di accettare il destino di milioni di persone che restavano imprigionate dietro la  Cortina di ferro e ha insistito per permettere ai popoli dell'Europa Orientale di raggiungere il livello delle nazioni che vivono sicure, forti e libere. Le persone credevano che non sarebbe mai accaduto, ma invece no, e il muro di Berlino fu abbattuto, mattone dopo mattone.

Presto nella mia vita mi sono reso conto che gli Stati Uniti non sono soltanto la nazione indispensabile al mondo, ma soprattutto un indistruttibile baluardo per il mondo. Nella storia voi, americani, avete consegnato all'immaginazione umana le Rivoluzioni, avete dato vita ad epoche rivoluzionarie attraverso la ferma convinzione che non esistono sogni  irrealizzabili. E' impossibile essere qui senza sperare nel futuro. Nel ventesimo secolo, in due guerre che hanno coinvolto il mondo, il popolo americano si è battuto per la libertà. Voglio che voi sappiate che noi mai dimenticheremo il gesto dei soldati americani, che hanno  sacrificato le loro  vite per persone di cui non conoscevano il nome, di cui nemmeno avevano visto il volto e per persone che vivono e hanno vissuto liberi grazie al coraggio degli americani che diedero “l'ultima e vera prova di valore”.

In Europa,  di cimitero in cimitero, sopravvive l'onore e la memoria dei soldati americani che ora riposano, fila dopo fila, al fianco dei loro compagni soldati inglesi. Non esiste una battaglia in nome della libertà che non sia stata segnata dalla presenza americana e non c'è giornata della memoria che non sia anche una commemorazione del sacrificio compiuto dagli americani lontano dalla madrepatria. Grazie alla sua fede nel futuro l'America è sopravvissuta ai momenti più duri del secolo scorso e io garantisco che l'America è stata in grado di diffondere questa fiducia in tutto il mondo.

Quasi ogni famiglia in Inghilterra è vincolata al popolo americano da un forte legame. Quindi voglio che voi sappiate che ogni volta che un giovane soldato americano, a qualsiasi corpo appartenga, viene ucciso in una qualche parte nel mondo noi, popolo britannico, lo ricordiamo con voi. Ogni vostra perdita è una nostra perdita; il dolore delle vostre famiglie è il dolore delle nostre famiglie, e la convinzione della vostra nazione che non siano morti invano è una nostra convinzione. E lasciate che faccia un tributo ai combattenti, nostri e vostri, che ancora, fianco a fianco, combattono nelle pianure dell' Afghanistan e nelle strade irachene, proprio come i loro padri hanno combattuto nei deserti della Tunisia, sulle spiagge della Normandia e ancora sui ponti che attraversano il Reno. E dopo quella terribile mattina di Settembre quando la vostra patria venne attaccata, la Guardia Reale ha intonato l' inno americano a Buckingham Palace. Il nostro personale riconoscimento, ogni volta che abbiamo pianto per i nostri fratelli nati nella terra della libertà, patria del coraggio. E permettetemi anche di rinnovare il mio impegno affinché non vi sia luogo dove il terrorismo possa nascondersi e resistere. Voi potete essere fieri di aver dimostrato che, se i terroristi riescono a distruggere interi palazzi e anche, tragicamente, vite umane, non riusciranno mai a minare lo Spirito Americano.

Si possa dire lo stesso dell' amicizia che lega le nostre due nazioni; fedele di fronte al pericolo, solida se messa alla prova, e duratura anche nel cambiamento.
E si possa anche dire della nostra amicizia – nata e forgiatasi in oltre due secoli turbolenti, un legame provato in guerra e rafforzato in tempi di pace – che non si è solo protratta ma si rinnova di generazione in generazione al servizio dei nostri valori condivisi e per soddisfare le speranze e i sogni di ogni giorno. Non un patto di convenienza ma una comunione di vedute. Le alleanze possono decadere o essere spezzate, ma una comunione di vedute è indistruttibile. Se le amicizie possono vacillare, la nostra non corre questo rischio. I trattati possono essere violati, ma il nostro patto è inviolabile. E credo fermamente che non esista forza su questa terra in grado di dividerci. Lavoreremo instancabili al vostro fianco in nome della pace in Medio Oriente: per una soluzione che garantisca la convivenza pacifica di un Israele sicuro all'interno dei propri confini al fianco di uno stato Palestinese autonomo e in grado di crescere. E  il nostro comune messaggio all' Iran è semplice- siamo pronti a riaccogliervi nella comunità globale. Ma prima di tutto cessate le vostre minacce e sospendete il programma di armamento nucleare. E lavoreremo indefessi con tutti coloro che all'interno della comunità internazionale sono pronti a ridurre il pericolo della  proliferazione del nucleare.

Chi mi ha preceduto è venuto in questo palazzo in tempi di guerra per parlare di guerra. Io vengo ora per parlare di una nuova e differente battaglia che dobbiamo combattere fianco a fianco; per discutere dell' economia globale in crisi e del pianeta in pericolo. Ora come ora abbiamo altre priorità. E lasciateci essere onesti- stanotte troppi genitori, dopo avere messo a letto i loro bambini, parleranno delle loro preoccupazioni di perdere il lavoro o della loro necessità di vendere la casa. Troppi si racconteranno storie di amici o vicini che stanno già sgombrando le loro case e troppi parleranno delle attività commerciali che nel quartiere sono già fallite. Per me, questa crisi globale non va misurata solo in dati, in grafici o cifre scritte su fogli di carta. Piuttosto io vedo l'individuo con i propri obbiettivi in preda ad apprensioni che crescono giorno dopo giorno. Ognuno con le proprie preoccupazioni . Ogni individuo all'interno di una famiglia, ognuno al centro di una comunità necessita ora aiuto e speranza. E quando le banche hanno dichiarato fallimento e i mercati si sono trovati in crisi,  noi che rappresentiamo le persone siamo stati per le persone l'ultimo barlume di speranza E questo è il motivo per cui non esiste una strategia finanziaria tanto infallibile, un senso comune tanto radicato, un interesse così deciso che possa impedire la realizzazione del cambiamento di cui le famiglie di lavoratori hanno bisogno.

Abbiamo imparato attraverso questo cedimento generale che se i mercati devono essere liberi non possono essere liberi di valori morali:  chi accetta certi rischi deve necessariamente assumersene le responsabilità. E se forse qualcuno ha mai pensato che non fossimo in grado di regolamentare il mercato globale per andare incontro alle necessità delle persone, ora sappiamo essere nostro dovere farlo; non possiamo né dobbiamo sottrarci. In famiglia, al lavoro e nei luoghi di culto, noi celebriamo uomini e donne di grande integrità morale che lavorano, trattano il prossimo onestamente, si prendono responsabilità e cura degli altri. Se questi sono i principi morali che guidano le nostre famiglie e la nostra comunità, allora gli stessi principi devono guidare anche i nostri governi e la nostra economia. In questi giorni il mondo intero ha imparato che ciò che è vantaggioso per l'economia è vantaggioso per l'intera società. Mio padre era un Ministro della Chiesa e io da lui ho imparato la lezione: la ricchezza non può agevolare solo il ricco, la fortuna non può venire utile solo al fortunato e la ricchezza non deve arricchire solamente il ricchi ma tutti quanti. E queste valori antichi  sono gli stessi valori di cui noi necessitiamo di questi tempi.

Noi tendiamo a concepire le grandi svolte storiche come estese per mesi e anni prima che culminino in momenti decisivi che chiamiamo Storia. Ma la realtà talvolta mostra che svolte cruciali della storia accadono tutto d'un tratto, senza alcun preavviso. E il compito delle leadership è di dare a questi cambiamenti  una definizione, un contenuto storico e una collocazione nel nuovo contesto nel quale si inseriscono. Un uragano economico ha sconvolto il mondo, generando una crisi nel credito e nella fiducia collettiva. La storia ci ha condotto a un punto in cui un cambiamento è fondamentale. Siamo ora chiamati non solo sopravvivere in questo momento ma anche a modificarlo. Il nostro compito è di ricostruire ricchezza e certezze in un mondo economico del tutto diverso, in cui la competizione non è più solo nazionale ma globale e dove le banche non sono più soltanto nazionali ma internazionali. E noi dobbiamo capire cosa non ha funzionato in questa crisi, in cui gli strumenti che erano stati designati per ridurre i margini di  rischio nel sistema bancario hanno invece propagato in tutto il pianeta questa malattia economica. E oggi le istituzioni finanziarie sono così intrecciate e contagiate tra loro che ovunque una banca in “rosso” è una minaccia per una buona banca da qualsiasi altra parte.

Dovremmo quindi arrenderci a una discesa vertiginosa  verso il protezionismo, che, come la storia ci insegna, alla fine non protegge nessuno? No. Noi dobbiamo avere il coraggio di credere di essere capaci di cogliere al volo le grandi occasioni e volgere il futuro in nostro favore. Perchè? Perché mentre oggi le persone sono preoccupate e insicure, nel prossimo ventennio miliardi di persone negli altri continenti passeranno dall'essere semplici produttori dei loro beni ad essere i consumatori dei nostri beni e quindi l'economia mondiale raddoppierà la propria estensione. Raddoppiate saranno le possibilità di fare affari, raddoppiato sarà il benessere, e vi sarà la maggiore crescita nelle entrate e nelle opportunità di lavoro cui il modo avrà mai assistito.
 E l'America e l' Inghilterra ce la faranno e governeranno se sapranno attingere dalle intelligenze della nostra gente,  se libereranno il talento dei nostri scienziati, e se lasceranno spazio all'iniziativa dei loro imprenditori. Saremo i vincitori della nostra battaglia se saremo capaci di valorizzare il prodotto e i servizi e le nuove tecnologie verdi  che un crescente numero di famiglie di lavoratori vorranno acquistare.

Quindi dobbiamo trovare la nostra strada in questo momento di crisi, dobbiamo attrezzarci e prepararci a determinare  il nostro destino e orientare il nostro futuro in tempo di crisi. E ciò non è cieco ottimismo o un entusiasmo semplicistico che serve a sollevare le persone, è la concreta affermazione della nostra fiducia in un futuro migliore. Ogni volta che ricostruiamo una scuola noi dimostriamo la nostra fede nel futuro. Ogni volta che investiamo nelle infrastrutture digitali, ogni volta che aumentiamo il sostegno e l'aiuto ai nostri scienziati noi stiamo riconfermando la nostra fiducia nel futuro.
E quindi io dico a questo convegno e a questa nazione, qualcosa che vi tocca nel profondo e che ha segnato la vostra storia, attraverso la nostra fede nel futuro noi sconfiggeremo la paura.

E questa fiducia nel futuro implica che dobbiamo impegnarci  per proteggere il pianeta per le generazioni a venire. Come predica un proverbio greco, perché c'è qualcuno che pianta il seme di un albero di cui non potrà mai godere l'ombra? La risposta è che questo qualcuno sta guardando al futuro. E io credo che tu, nazione che hai deciso di portate l'uomo sulla luna, sia la  stessa nazione che ora ha deciso di proteggere e preservare il nostro pianeta terra. Ed è soltanto investendo nelle tecnologie ambientali che noi possiamo porre fine alla dittatura del petrolio ed è soltanto affrontando il cambiamento climatico che noi creeremo i miliardi di posti di lavoro dei quali abbiamo bisogno.
La lezione che abbiamo imparato con questa crisi è che noi oggi non possiamo semplicemente aspettare il domani. Noi oggi non possiamo semplicemente pensare al domani. Oggi non possiamo semplicemente pianificare il nostro domani. Il nostro compito è quello di costruire oggi il nostro domani. E l'America sa dal suo passato che la sua portata storica va ben oltre i propri confini geografici. Per un secolo vi siete assunti la maggiore e la più seria tra le responsabilità: lavorare con e per il resto del mondo. E lasciatemi dire che ora più che mai il resto del mondo vuole lavorare al vostro fianco. E se questi tempi ci hanno dimostrato qualcosa è stato che le maggiori sfide che dobbiamo affrontare sono di ordine globale.

Non ha importanza da dove ha inizio, una crisi economica non incontra ostacoli di sorta. Si diffonde in tutto il mondo. Il cambiamento climatico si fa beffe del controllo dei passaporti. Il terrorismo infrange i confini. E i moderni mezzi di comunicazione istantaneamente possono raggiungere ogni angolo del pianeta. La nuova frontiera è che non esiste frontiera, la nuova certezza collettiva è che problemi di ordine globale invocano soluzioni globali. E lasciatemi dire che voi avete dalla vostra il supporto della leadership europea più decisamente filo-americana che la storia ricordi.  Una leadership che vuole collaborare con tutti e che vuole cooperare strettamente con voi. Non esiste una vecchia Europa, non esiste una nuova Europa, c'è solo la vostra compagna Europa…Quindi ancora vi dico che dobbiamo cogliere l'occasione perchè mai come ora il mondo è tanto desideroso di venirsi incontro. Mai come ora ce ne è stato così tanto il bisogno. E mai come ora i benefici della cooperazione sembrano tanto notevoli. Quindi, quando le persone qui e negli altri paesi chiedono cosa si può fare per porre un argine a questo declino, lasciatemi dire: possiamo ottenere di più solo lavorando insieme. Basti pensare a cosa possiamo ottenere  se ci riuniamo non in una alleanza in nome della sicurezza ma in nome della prosperità e del benessere.

Su lavoro, voi americani sulla base dei vostri piani potreste creare o salvare come minimo tre milioni di posti di lavoro. Noi in Gran Bretagna ci stiamo muovendo con la stessa determinazione. Quanto più vicino ad una fine questo declino sarebbe se tutto il modo decidesse di fare la stessa cosa? E state anche risanando le vostre banche. Così anche noi. Ma quanto più al sicuro sarebbero i risparmi di tutti se il mondo intero cooperasse per rendere illegali i sistemi bancari che scavalcano la legge e i paradisi fiscali off-shore? Pensate solo a come ogni nostra azione, se combinata con le altre, potrebbe significare un insieme, un totale decisamente maggiore della somma delle sue parti.- sulle agevolazioni fiscali: l' impatto viene moltiplicato perché tutti ne usufruirebbero- una crescente domanda globale genera posti di lavoro in ogni nostra nazione- e lo scambio ancora una volta risulterebbe il motore dello sviluppo, una voltarisanato il bilancio in crisi

Non bisogna dimenticare che sono stati i pensatori americani, oltre un secolo e mezzo fa e in seguito a una delle peggiori guerre e depressioni economiche, a produrre il più audace dei piani in vista di una cooperazione economica globale, perché avevano intuito che la prosperità era inscindibile, e per essere sostenibile doveva essere condivisa. E io sono convinto che anche la nostra sia un' epoca di rinascita, forte di un piano che prevede una battaglia contro la recessione e per la ricostruzione del nostro futuro. Ogni continente gioca il proprio ruolo nel nuovo corso mondiale, un piano per lo sviluppo del quale tutti potremo beneficiare.
Per prima cosa, per fare in modo che il sistema bancario mondiale favorisca la crescita invece di diventarne la sua minaccia, conveniamo sulle regole e i parametri relativi alla responsabilità, trasparenza e ai meriti, il che si tradurrà nella fine della spregiudicatezza e si applicherà ad ogni banca, sempre e dovunque. In secondo luogo, non è possibile addossare all' America e a poche altre nazioni il peso della pressione fiscale e dei tassi d' interesse. E' una responsabilità collettiva. Dunque lavoriamo insieme per la riduzione del tasso d' interesse e per un piano di agevolazioni mondiali proporzionale all' entità della recessione e alla prospettiva di ripresa che dobbiamo intraprendere. Terzo, rinnoviamo la nostra cooperazione monetaria internazionale favorendo i mercati emergenti nel risanamento del loro sistema bancario. Inoltre, è necessario lavorare tutti insieme a una ripresa a basso impatto ambientale e sono certo che questo presidente, questo consesso e le persone in questo mondo possano riunirsi a Copenaghen questo Dicembre per raggiungere un accordo storico sul cambiamento climatico.
Non dimentichiamoci dei più poveri. Dal momento che ci battiamo per diffondere il valore della pace, delle libertà politica e della speranza per una qualità della vita migliore, forse il maggior dono che la nostra generazione può fare al futuro, il dono dell'America e dell'Inghilterra al mondo potrebbe essere, per ogni bambino e in ogni paese nel mondo, la possibilità che milioni oggi non hanno, la possibilità di ricevere un'istruzione. Per ricordarci che c'è un legame comune che ci unisce in quanto essere umani attraverso differenti credi, culture e nazionalità. Questo è il senso del mio discorso, la base dello spirito americano e il contenuto di ogni fede.
E ciò deve anche essere al principio di ogni nostra risposta alla crisi che stiamo vivendo. Al loro meglio, i nostri valori ci insegnano che noi non possiamo sentirci soddisfatti mentre gli altri sopportano la privazione, non possiamo vivere negli agi mentre gli altri vivono di stenti, non possiamo essere felici del tutto se altri soffrono in solitudine. Tutti noi sappiamo che in una recessione la più ricca nazione, la più potente, può uscirne grazie alle proprie forze. Quindi noi non diamo meno importanza al concetto di benessere quando diciamo che il nostro primo dovere è di aiutare chi non è altrettanto privilegiato. Noi non diamo meno importanza al potente quando diciamo che la nostra prima responsabilità è di aiutare chi è debole. E noi non diamo meno importanza a chi è protetto solo perchè diciamo che la nostra priorità deve essere di aiutare chi vive in condizioni di instabilità.

Ciò che è appena accaduto ci ha obbligato a riconsiderare la nostra posizione.
E mentre imparavo molte cose, io continuavo a ritornare a qualcosa che avevo imparato da bambino nella chiesa di mio padre. In questa crisi contemporanea io sono attratto dalla più antica e radicata tra le certezze; ovunque  ci sia disagio, ovunque ci sia sofferenza, non possiamo, ne potremo ignorare. Ma lavorando assieme non vi sarà sfida che non sapremo affrontare, nessuno ostacolo che non potremo superare, nessun obbiettivo così ambizioso da non poter essere raggiunto.

Nel pieno della Grande Depressione, Franklin Delano Roosevelt combatté contro la paura non soltanto attraverso il potere delle sue parole, del suo carisma e del suo esempio. Certamente tutte queste cose hanno avuto una grande influenza, ma ciò che ha avuto maggior importanza fu questa eterna certezza: che voi, popolo americano, nella vostra intima natura, siete stati, e sempre rimarrete in ogni vostra manifestazione tanto fiduciosi quanto i vostri Roosevelt, i vostri Reagan e i vostri Obama. Questa è la fede nel futuro che ha sempre caratterizzato la storia e la promessa che l'America portava con sé. Quindi in questo momento cruciale della storia permetteteci di rinnovare la nostra speciale alleanza, per la nostra generazione e la nostra epoca. Permetteteci di ristabilire il benessere e salvaguardare il pianeta e, con fede nel futuro, permetteteci di costruire oggi il nostro domani.


Discorso pronunciato dal premier britannico al Congresso degli Stati Uniti
                                   






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