NOI. AMICI DELLA CRITICA
Carlo Tognoli
Innanzitutto voglio ringraziare per la loro adesione, tra gli altri, Giuliano Vassalli e Rino Formica, personaggi emblematici della storia del Partito Socialista che condividono dal 1944. L'associazione che presentiamo ha lo scopo di radunare attorno all'antica testata del socialismo democratico e liberale sia coloro che si riconoscono in questi valori ideali, sia tutti quelli che si richiamano a culture e a esperienze ideologicamente differenti, ma sono stati guidati dalla bussola dei principi di libertà e di giustizia sociale. La Critica Sociale nacque nel 1891 - dopo che Arcangelo Ghisleri, maestro e sodale di Leonida Bissolati e di Filippo Turati, passò a quest'ultimo la direzione della rivista ‘Cuore e Critica' - nel pieno della emersione della questione sociale strettamente legata alla rivoluzione industriale. Fu a lungo un luogo di riflessione e di guida del riformismo socialista, aperto ai contributi intellettuali e politici di altre provenienze culturali. Sulla rivista trovarono ospitalità tra gli altri Benedetto Croce, Vilfredo Pareto e Luigi Einaudi, oltreché gli ideologi del marxismo, Federico Engels, Rodolfo Mondolfo, Antonio Labriola. Filippo Turati e Anna Kuliscioff diressero la rivista a quattro mani, approfondendo temi sociali, economici, politici ed ideologici. Dopo la forzata chiusura del 1926, l'esilio e la morte di Turati, la Critica riprese le sue pubblicazioni nel secondo dopoguerra, sotto la direzione di Ugo Guido Mondolfo e Giuseppe Faravelli. Fu direttore, per un altro periodo, Ugoberto Alfassio Grimaldi. Tuttavia fu merito di Bettino Craxi il recupero del pacchetto delle azioni che andava disperdendosi negli anni settanta con il rischio della scomparsa della testata. Nel 1981 Craxi mi fece l'onore di affidarmi la direzione della rivista che tenni sino al 1992. Nella seconda metà degli anni settanta e negli anni ottanta CS ha dedicato attenzione a tutte le battaglie per la libertà, in Cile, in Grecia e al dissenso comunista dell'Est europeo con particolare riferimento alla Cecoslovacchia (con la pubblicazione di Listy e di scritti di Jiri Pelikan) alla Polonia (Solidarnosc e Walesa) e all'URSS di Gorbaciov e di Eltsin (glassnost e perestroika). Nell'ultimo periodo, dopo la ‘falsa rivoluzione' del 1992/1994, Stefano Carluccio con una cooperativa di giornalisti e il sostegno di Ugo Finetti e Sergio Scalpelli, riuscì a garantire la sopravvivenza del periodico. Sono stati prodotti numeri speciali dedicati alla rivoluzione ungherese del 1956, a Turati e Bissolati, al movimento del '68, a John F. Kennedy, alle vicende cecoslovacche del 1938, 1948 e 1968, ad Aldo Moro e ai colloqui ‘italo britannici' che hanno consentito un intenso scambio di collaborazioni con settori del socialismo inglese. L'associazione non ha scopi politici legati all'attualità, non è schierata con alcuna coalizione e non fa capo ad alcun partito. Accetta però adesioni di intellettuali e di ‘opinion leader' indipendenti e di esponenti politici impegnati nel centro destra e nel centro sinistra che si richiamano al riformismo. L'obbiettivo è quello di assicurare un sostegno alla rivista e di allargare le collaborazioni rispettando le opinioni espresse senza coinvolgimenti di parte e senza strumentalizzazioni. La rivista terrà una rotta prevalentemente orientata verso le ricostruzioni storico politiche delle vicende del XX secolo, con una maggiore sensibilità nei confronti della storia del socialismo democratico e liberale e dei suoi protagonisti. Il ‘revisionismo storico' sarà ovviamente il benvenuto, se non strumentale a scelte politiche attuali, bensì rivolto alla ricerca della verità dei fatti, anche quelli della storia più recente, con documenti e attraverso il metodo della delle approssimazioni successive non essendo di questo mondo la verità assoluta. Il numero dedicato agli scritti di Craxi dall'esilio tunisino è un omaggio al ‘leader' socialista che ha ‘salvato' la Critica Sociale, nel quadro della ricongiunzione del pensiero socialista riformista con la politica e gli ideali del socialismo liberale moderno. Nel 1991, in occasione del centenario della ‘Critica', Craxi - riprendendo alcune parole di Turati (con riferimento alla vecchia testata denominata ‘Cuore e Critica') che scriveva che ‘… la Critica Sociale senza l'alimento del ‘cuore' sarebbe un lavoro negativo e dissolvente che, assolutamente, non può essere il nostro…' – affermava: “…Questo ‘cuore' non è altro che l'umanesimo socialista, una grande forza morale destinata a vivere e a portare lontano. L'umanesimo socialista che ispirava ilo riformismo fu allora, e più avanti nei momenti di più grande contrasto e di più grande divisione, oggetto continuo di dileggio da parte dei barricadieri di ogni razza e da parte dei comunisti cui la lettura leninista del marxismo aveva inculcato la presunzione di una superiorità intellettuale e culturale…”. Con queste parole di Craxi lanciamo l'associazione ‘Amici della Critica Sociale'.