“La vita è così, molto dura”. Scriveva così Gramsci in una lettera alla madre, senza prevedere che anche la morte, il suo anniversario, non sarebbe stata da meno.
“La vita è così, molto dura”. Scriveva così Gramsci in una lettera alla madre, senza prevedere che anche la morte, il suo anniversario, non sarebbe stata da meno.
Il 27 aprile era l’anniversario della morte di Antonio Gramsci ma nessuno, o pochi, se ne sono ricordati. Per la prima volta dopo 79 anni dalla sua scomparsa il Partito Democratico non gli ha reso omaggio. Nessuna corona di fiori, nessuna cerimonia, nessun ricordo lasciato sulla sua tomba.
Si legge sul Messaggero:
Nel cimitero acattolico di Roma, tra artisti e poeti, il fondatore del Partito Comunista italiano, l'intellettuale sagace, il filosofo e giornalista continua a riposare nel sonno dei dimenticati. Condannato negli anni bui del fascismo a venti anni di carcere, con il suo pensiero e le sue idee ha dato l'impronta identitaria al PCI con il suo modo di essere e di fare politica, influenzando l'intero panorama culturale e politico del secolo scorso, ance al di là dei confini nazionali.
Tra i tanti celebri omaggi al grande politico e intellettuale italiano, quello di Pier Paolo Pasolini che dedicò il poemetto in versi "Le ceneri di Gramsci".