L'irrompere del PNF con la sua organizzazione diffusa capillarmente su tutto il territorio, primo partito di massa in una realtà periferica che non aveva conosciuto fino a quel momento una presenza estesa ed omogenea delle forze politiche popolari, ha rappresentato un elemento di novità nel panorama siciliano, in grado di scalfire antichi equilibri e di aggregare una larga rappresentanza del ceto medio.
Seguendo il filo degli eventi nell'arco del ventennio, con l'ausilio di una vasta documentazione archivistica, il volume ne ripercorre la vicenda storica, in un indagine sulla struttura e le riforme concrete di esercizio del potere assunte dal partito fascista nella specificità del contesto isolato, accompagnato da un ampia rappresentanza delle lotte politiche che agitarono la vita delle più importanti federazioni provinciali. La particolare considerazione riservata alla ricostruzione della trama associativa (sindacato, dopolavoro, organizzazione giovanili e femminili), legate al PNF, consente di cogliere un aspetto centrale nell'intervento del partito in termini di mobilitazione delle masse e di gestione del consenso, ed assieme, di valutare i limiti della sua portata.
Il fascismo siciliano -scriveva Jannelli- avrebbe dovuto significare la creazione di una nuova, giovane classe dirigente capace di inserirsi coraggiosamente nella vita dell'isola, affrontare e smontare i vecchi sistemi e le vecchie consorterie, per distruggere quel passato che la guerra vinta aveva già messo in liquidazione.