In questo volume viene pubblicata la corrispondenza di Tommaso Fiore compresa negli anni 1910-1931 cioè del periodo della “Voce” e dell'”Unità” alla fondazione del “Quarto stato”; un arco di tempo durante il quale sempre più intenso e articolato venne delineandosi l'impegno pubblicistico e politico del professore di Altamura. Sono, questi, gli anni in cui si ha un'evoluzione del suo pensiero che lo portò dal combattentismo democratico all'autonomismo, al liberismo “rivoluzionario”, al “socialismo liberale” attraverso la collaborazione a “Rivoluzione liberale”, alla “Critica politica”, a “Conscientia”, al “Caffè” e al “Quarto Stato”. Quel che emerge centralmente dal Carteggio che qui si pubblica è soprattutto un attivo rapporto di continuità che non significa appiattimento eclettismo, ma confronto aperto e combattivo. Tra gli interlocutori di questo lungo dialogo troviamo Croce, Fortunato, Salvemini, Gobetti, Monti, Zuccarini, Gangale, Zanotti-Bianco, Castiglione, Bauer, Dorso, Teofilato, Rossetti e moltri altri con i quali strinse saldissima e affettuosa amicizia.
In una lettera a Fiore Piero Gobetti scrive: “Negli avversari del fascismo c'è troppo ottimismo. Bisogna invece sapere che il fascismo è e sarà per molto tempo padrone. Gli altri collaborino”.