Era il 1978: avevo sei anni.
Una sera la Tv dava la notizia del rapimento di Aldo Moro. La mia immaginazione era colpita dalla parola “rapimento”. Tentavo di capire il vero significato ma provavo solo tristezza. Lo stesso dolore l’ho sentito da grande leggendo le lettere di Moro prigioniero; ho ritrovato, sopita nella memoria, l’immagine di quell’uomo.
Cosě nasce questo libro che raccoglie le lettere dalla prigionia. L’unica avvertenza da fare č di non leggere il libro se si cerca qualche certezza riguardo i fatti di via Fani. Vorrei riuscire a trasmettere al lettore il desiderio di sapere di fronte a questi dubbi, di non arrendersi nella ricerca della veritŕ, per questo e altri fatti sociali e politici che vengono manipolati dai diversi poteri.
Oltre alle lettere scritte da Aldo Moro dopo il rapimento il libro contiene i comunicati delle Br e uno studio filologico che riconduce l’origine dei primi due comunicati brigatisti a una matrice del Kgb.
Il rapimento di Aldo Moro, presidente della Dc, si colloca in un panorama politico e sociale particolarmente complesso, in Italia gli anni 70 vivono all’insegna dell’instabilitŕ della vita pubblica, per la crisi del tradizionale centro-sinistra ed il superamento dello stesso dichiarato dai socialisti. Non mancano gli scandali, per esempio quello legato al finanziere Michele Sindona, reo di aver creato un impegno finanziario internazionale basato su interessi incrociati tra Vaticano, Dc e mafia .
(Simona Bellamio)