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80°. Anna Kuliscioff
Reprint dell'antologia curata da Filippo Turati nel 1926 per gli 80 anni dalla morte
di aa.vv.
Editore: Critica Sociale
Prezzo: 15,00 €


(pagina 4)

... veva confessato il 19 settembre del 1919 a proposito dei massimalisti che sul quotidiano "Avanti !" avevano dato "poco spazio" al "magnifico discorso" di Turati, che rappresentava "un colpo demolitore alla società borghese", mentre il giornale del partito trovava "posto per tante scemenze, che fanno vergogna a leggerle". Anzi, così aveva rincarato la dose: "sono molto migliori i preti, i gesuiti e tutte le sacrestie vere in confronto alla nostra compagnia di gesuiti rossi". E altrettanto tagliente si mostra nei confronti dei fascisti e di Mussolini (da lei def i-nito "un anarchico perfetto" fin dal 1913); tant'è vero che a poche settimane dalla cosiddetta "marcia su Roma", il 17 novembre del '22 non esita a "sfogarsi" in una lettera, dove si può leggere: "Tutto è estremamente pazzesco: le scudisciate distribuite in pieno a tutta la Camera, il disprezzo del Parlamento, gli insulti ai deputati pronti a schiacciarlo coi loro voti di sfiducia, la nessuna re a-zione degli sputacchiati e umiliati deputati, salvo un timido grido di Modigliani, non seguito da nes­suno e caduto nel vuoto in mezzo al servilismo sbigottito di tutti [...]. Oh, che schifo, che umiliazio­ne, che desolazione di vivere o vegetare in un momento così torbido  della storia del nostro povero paese".

Di giudizi simili se ne trovano moltissimi, soprattutto via via che Mussolini al potere mostra il vero volto del fascismo. "Dov'è - chiede il 10 maggio del '23 - l'uomo che avrebbe l'energia, la capacità, la volontà di farsi centro e condottiero da preparare almeno un nucleo di persone pronte ad assumersi la responsabilità del potere in base a un preciso programma di risanamento del paese ? Puoi indicarmene almeno uno fra i nostri uomini politici ?". E all'indomani del discorso mussoliniano del 3 gennaio '25, denuncia il clima in atto: " persecuzioni, fermi, sequestri in tutti Italia", commentando, ancora più disillusa e severa: "Siamo un paese di schiavi, che non mancano di virtù sentimentali, ma incapaci di ribellarsi al brigantaggio politico".

Ecco perché, se dovessi scegliere fra i tanti interventi che arricchiscono questo libro "in memoria", non avrei dubbi che è il ricordo di Nenni a lasciarci una suggestiva immagine, ben viva pur a distanza di ottani'anni, quando annotava: "di Anna Kuliscioff mi colpì sopratutto la facoltà di introspezione, che le consentiva di capire immediatamente lo stato d'animo dei suoi interlocutori e, oserei dire, di rivelarlo a loro medesimi, con una sintesi lucidissima".

                                                                               Arturo Colombo

      


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