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ALLA CONFERENZA DEL NEW LABOUR FEBBRE DA ELEZIONI ANTICIPATE

di Stefano Carluccio
Editore: Critica Sociale

Il New Labour sembra essersi lasciato definitivamente alle spalle le laceranti divisioni che hanno accompagnato il lungo addio di Tony Blair alla leadership del governo e del partito.
Se lo stesso Peter Mandelson, attuale commissario europeo al Trade, da sempre "cervello" del blairismo e legato da lunga amicizia all'ex leader laburista, giunge a dichiarare a margine della Conferenza di Bournemouth-  nel corso di un incontro promosso dalla rivista Progress - di essere d'ora in poi pronto a lavorare  al fianco del nuovo Premier, Gordon Brown, significa che l'ipotesi "shock" (come la definiscono i giornali inglesi) di una convocazione anticipata delle elezioni politiche prima della prossima estate, non sembra del tutto campata in aria.
Certo, il Premier non smentisce né conferma, e nel suo primo discorso dal leader di fronte alla platea dei delegati laburisti  ha parlato della ripresa dell'economia, delle politiche di integrazione dell'immigrazione, della lotta alla povertà infantile, di riforma della sanità, e promette di proseguire  nella realizzazione, già avviata da Blair, di  più alti standars nei servizi pubblici a partire dai trasporti e dalla scuola.
In un'intervista al Sunday Times, Gordon  Brown, sulle eventualità di indire elezioni anticipate, si fa reticente, pesa le parole, dice di non pensarci ma di sentirsi impegnato ad organizzare il lavoro che lo attende e che illustrerà alla riapertura del Parlamento in occasione del discorso della Regina. Tuttavia, molti osservatori credono che il neo-premier si rivolgerà alla nazione (come è nell'uso inglese chiamare la convocazione elettorale) non oltre l'estate, nonostante il suo governo abbia tempo per restare in carica fino al 2010. Le stesse fonti vicine al governo fanno trapelare che  se anche il Primo Ministro pensa ad improvvise elezioni, tuttavia non lo dirà mai nel corso della Conferenza.William Hill, uno tra i maggiori bookmakers inglesi, ha detto a un quotidiano che "dopo aver preso le puntate dei suoi scommettitori, personalmente ritiene molto probabili elezioni ravvicinate".E si fa anche una data: quella del 25 otttobre, cosa che fa titolare il Sunday Post l'evento:"Octoberfest".
In un'intervista al Times rilasciata alla vigilia del suo discorso, Gordon Brown rivela che nella stanza che fu della Thatcher e di Blair riflette da solo, usa il computer e sbriga la corrispondenza. Le riunioni, invece, preferisce farle al pian terreno, da oggi chiamato "Gordon's room". E' qui, per esempio, che alcuni giorni fa ha limato il discorso per la Conference con i suoi più stretti collaboratori: Ed Balls, segretario all'Istruzione, Bob Shrum, sondaggista giunto dagli Usa, Douglas Alexander, il giovane coordinatore delle elezioni e già ministro per l'Europa con Blair, ed Ed Milband, fratello dell'attuale ministro degli Esteri David, che ha steso il Manifesto del nuovo corso browniano. In quella riunione della vigilia, Brown con i suoi ministri ha affrontato, a porte chiuse, la questione "elezioni anticipate" valutando i pro e i contro. L' ultimo sondaggio dà un flusso di elettori conservatori verso il Labour con un risultato di 6 punti percentuali di vantaggio sui Tories, con il 39 per cento contro il 33 per cento, con un 16 per cento attribuito agli elettori LibDem. Con questi risultati Brown avrebbe trenta deputati in più di quelli di cui può disporre attualmente.
Secondo un sondaggio riservato in possesso del Labour, il partito avrebbe ben 14 punti di vantaggio sui Conservatori, un risultato che confermerebbe la recente inversione di tendenza registrata alle comunali. Tra poco ci saranno altri test locali per confermare questa tendenza: le elezioni nei collegi di Corby e Dover. Tra i Tory comincia a tirare aria di demoralizzazione. Altro fattore che contribuirebbe a sostenere la tesi delle elezioni anticipate.D'altro canto,  alle ragioni che spingerebbero alla scelta delle elezioni si contrapporrebbe invece la natura prudente del carattere del Primo Ministro, che prima di chiamare alle urne gli inglesi desidererebbe aver già ottenuto visibili risultati nel miglioramento dei servizi pubblici, in particolare nella sanità e nell'educazione. Questo comporterebbe un'attesa di almeno un anno, ma Brown sostiene  di preferire essere giudicato per i fatti compiuti, piuttosto che vincere in contropiede. D'altro canto, i suoi più vecchi collaboratori nel partito sostengono come Brown stia tentando di rinnovare l'identità politica con un più netto profilo "nazionale", la Britishness, un concetto che raccoglie i valori condivisi dalla tradizione britannica per declinare i temi al centro della prossima battaglia elettorale.Tra questi l'immigrazione, l'occupazione, la riforma della Costituzione e perfino l'ordine pubblico e la lotta al terrorismo. Nelle ultime settimane l'opinione pubblica si è preoccupata per la crisi creditizia che ha messo inginocchio la Northern Rock e che minaccia le famiglie con un aumento delle rate dei mutui. Brown è stato criticato per aver lasciato crescere il boom del credito e per aver diviso la regolamentazione dei mercati finanziari fra laTesoreria, la Bank of England e la Financial Service Authority durante il suo Cancellierato. In tal modo, questo gli si addebita, non si ha ora una sola mano che possa tenere le redini in pugno nel momento della crisi.Brown si difende e afferma che si tratta di eventi globali: " ...



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