Le lobbies Usa chiedono a Bush ...
Un'inchiesta del NYT alla vigilia delle elezioni americane
di Robert Pear (New York Time)
(pagina 2)
... cupazione che "l'amministrazione Bush predisponga nuove regole per rendere più arduo l'accesso al congedo medico e famigliare per chi ne ha più bisogno." Ciò potrebbe essere fatto, ad esempio, restringendo la definizione di "serie condizioni di salute" oppure stabilendo requisiti più severi per richiedere congedi ripetuti per malattie croniche soggette a ricadute ricorrenti ed improvvise. Le Camere di Commercio si stanno attivando per ottenere variazioni in tal senso. " Vogliamo farcela prima delle elezioni," dice Johnson, "la prossima amministrazione potrebbe essere meno comprensiva rispetto alle nostre esigenze." In effetti, la maggior parte dei candidati democratici alle presidenziali ha proposto di rafforzare le previsioni della legge del 1993, prevedendo un contributo economico per l'aspettativa ed estendendo i benefici della norma a milioni di nuovi lavoratori. Il senatore del Connecticut Cristopher Dodd è stato uno dei principali estensori di quella legge. La senatrice dello Stato di New York Hillary Clinton ritiene che essa abbia rappresentato un enorme successo. Infine, il senatore dell'Illinois Barack Obama sostiene che la concessione di più cospicui permessi familiari costituisca parte integrante del suo programma volto a "reclamare il sogno americano". Susan Dudley , capo dipartimento alla Casa Bianca, analizza spassionatamente la questione dell'iper-attivismo normativo dell'ultima ora ricordando che, a prescindere dal colore politico, a Washington la regolamentazione dei diversi settori della vita associata e dell'economia tende ad aumentare sensibilmente nell'ultimo anno di mandato di un presidente. Chiunque vincerà la corsa epocale del 2008, democratico o repubblicano, si renderà ben presto conto di come sia difficile mettere mano al cambiamento. La Corte Suprema ha statuito che un nuovo presidente non ha il diritto di revocare arbitrariamente provvedimenti della precedente amministrazione che abbiano già acquistato forza di legge. Dovendo adeguarsi al dettato del massimo organo giudiziario federale, il nuovo governo per disfarsi delle regole sgradite sarà tenuto a seguire l'iter legislativo costituzionalmente prescritto, che potrebbe richiedere mesi se non anni per concludersi con l'approvazione di un nuovo testo. Nel 2001, a poche ore dal suo insediamento, George W. Bush incaricò i suoi collaboratori di prendere visione e di emendare i provvedimenti presi in extremis dalla precedente amministrazione democratica. Uno studio della Wake Forrest Law Review ha evidenziato come solo un quinto di quei "regolamenti di mezzanotte" siano stati poi realmente cancellati o modificati dai repubblicani al potere. Allo stato attuale delle cose, alcune delle più aspre battaglie riguardano leggi riferite alla qualità dell'aria, delle acque e dei suoli. I produttori di pollame e uova hanno presentato una petizione per essere esentati dalle norme che richiedono loro di segnalare le emissioni di ammoniaca superiori alle 100 libbre giornaliere, sostenendo "che le emissioni legate all'allevamento del pollame non presentano particolari rischi per la salute pubblica", poiché l'ammoniaca si disperde rapidamente nell'aria. Perdue Farms, una delle più grosse aziende produttrici di pollame, ribadisce l'impossibilità di stilare un'accurata stima dei residui d'ammoniaca rilasciati nell'atmosfera e considera una simile richiesta come un inutile e oneroso fardello per le imprese. Di parere opposto le associazioni ambientaliste che hanno esternato all'amministrazione Bush le loro preoccupazioni rispetto alla tossicità dell'ammoniaca, portando a sostegno della loro tesi i risultati di una recente indagine di un giudice federale del Kentucky: alcune imprese avrebbero disperso ammoniaca nell'ambiente per evitare che l'eccessiva concentrazione della sostanza in un'area circoscritta decimasse il pollame da allevamento. Su un altro fronte, l'Agenzia per la Protezione Ambientale sta perfezionando una regolamentazione che consenta alle aziende attive nel settore delle utilities di modificare i propri impianti a carbone e di incrementarne le emissioni senza tuttavia installare i relativi depuratori. L'Edison Electric Institute, che si occupa del lobbying per conto delle imprese elettriche, sposa in pieno questa linea di sostegno normativo alle aziende del settore che devono venire incontro alla crescente domanda di energia dei consumatori, mentre il Consiglio per la Difesa delle Risorse Naturali, per bocca di John Walke, attacca Bush, accusandolo di essere in procinto di "confezionare un gradito regalo alle aziende erogatrici". Se i democratici dovessero guadagnare terreno elettoralmente e, in particolar modo, assicurarsi nuovi seggi al Congresso e conquistare la Casa Bianca, tra i primi a farne le spese vi sarebbero tutte quelle aziende lobbiste di ispirazione repubblicana che tanta fortuna e influenza hanno avuto negli ultimi sette anni. Ma c'è chi non si perde d'animo facilmente. Loren Monroe, dirigente di un'impresa filo-repubblicana, la Barbour, prefigura già assunzioni di lobbisti democratici o partnership con gruppi di pressione di diverso orientamento politico. Del resto, sembra si sia scatenata una vera e propria corsa al lobbista democratico, "esiste un mercato fiorente per loro, specialmente se hanno già lavorato per i leader del Congresso" conferma un funzionario addetto al reclutamento di questi professionisti....
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