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Fabians New Years Conference 2008
Come sarà il mondo dopo le elezioni in USA e Russia
di Simona Bonfante


Come cambierà il mondo nel 2008? Quali nuovi scenari per la politica internazionale seguiranno alle elezioni presidenziali in Usa e Russia? Quale il contributo alla stabilità mondiale di una Cina protagonista dei prossimi giochi olimpici? 
 

Questi, e molti altri, gli interrogativi che la Fabian Society porrà a politici e studiosi, opinion makers e militanti, nella New Year Conference, l'appuntamento promosso come da tradizione dal think tank laburista, che si svolgerà a Londra il prossimo 19 gennaio.

Ispirata dallo slogan “Change the world”, la Conference 2008 si svolgerà, secondo un format collaudato, in sessioni tematiche parallele, ciascuna dedicata all'approfondimento di una singola issue. Le sedute saranno quindi introdotte da due momenti plenari, inaugurale e pomeridiano, destinati a marcare la cifra politica delle proposte.

Ora, non è certo un mistero quale sinergia intellettuale abbia legato, negli ultimi due anni la Fabian e l'allora “premier-in-waiting”, Gordon Brown. Le due ultime edizioni della Conference si ricordano infatti proprio per la presenza di quello che allora era il Cancelliere, oggi alla guida del Governo britannico

La vicinanza di Brown ai fabiani testimonia evidentemente dell'affinità culturale tra il più antico dei pensatoi laburisti e la piattaforma di governo disegnata da Brown. La Conference 2008 dunque – a sei mesi dall'insediamento del primo governo dell'ex Cancelliere – rappresenta un momento politicamente e culturalmente significativo per la Society, la quale infatti difende la propria indipendenza, affidando il keynote speech non al premier ma ad una “personalità autorevole” del governo attuale. 

Sebbene non ancora ufficializzato, il nome di questo “portavoce” dovrebbe corrispondere a quello di Ed Balls, braccio destro di Brown sin dagli anni al Ministero dell'Economia, oggi impegnato nella delicata responsabilità di continuare le riforme avviate oltre dieci anni fa, dal primo governo Blair, nel sistema di istruzione nazionale.

Il tono della Conference si mantiene alto, come d'altra parte è consuetudine per la Fabian, sia rispetto ai temi, sia riguardo al profilo delle personalità del mondo politico ed intellettuale britannico invitate a scandire il dibattito, fissandone i paletti “culturali”. 

Il tema della politica internazionale, ovvero le priorità nell'agenda della democrazia progressista, verrà così declinato nel corso della Conference 2008, rispetto alle implicazioni globali legate al cambio di leadership in Usa come in Russia, alle prospettive del multipolarismo, agli scenari europei e mediorientali ed alla definizione di una piattaforma ideale che guidi la sinistra democratica e liberale nel governo del mondo di oggi.

Tra i partner internazionali invitati dalla Society a contribuire al dibattito, si registrano le presenze dell'organizzazione per i diritti umani, Amnesty International, del think tank Policy Network, delle testate liberal Guardian e New Statesman, del think tank tedesco Friedrich Ebert Stiftung e, per la prima volta, della Critica Sociale che, sin dall'avvio dei Colloqui Italo-Britannici, quattro anni orsono, ha costruito con gli intellettuali della Fabian una proficua e duratura collaborazione.

La Critica, unico partner italiano presente a Londra,  affiderà il proprio contributo alla conferenza ad uno dei suoi più insigni contributor: il prof Spencer Di Scala, storico, docente della Massachussets University. Il prof Di Scala, che per i tipi della Critica Sociale ha appena pubblicato il volume “Filippo Turati. Le origini della Democrazia in Italia”, con prefazione di Giuliano Amato, interverrà nella sessione presieduta dal parlamentare David Lammy, dedicata all'impegno americano nel “dopo Bush”. Il dibattito, animato dal direttore della Society, Sunder Katwala, vedrà un parterre di altissimo profilo composto, tra gli altri, dall'ex ambasciatore britannico negli Usa, Sir Christopher Meyer.

La sessione sulla nuova leadership Usa si inserisce nell'area che gli organizzatori della Conferenza hanno scelto di decicare ai “global context”, cui pure sono rivolte le altre sessioni della mattinata, a cominciare da quella intestata al “power shift”, ovvero alle opportunità di un nuovo assetto multipolare.  Alla discussione contribuiranno, tra gli altri, Will Hutton, opinionista dell'Observer nonché consulente alla Work Foundation, Mary Kaldor, celebre economista della London School of Economics, e Parag Khanna, consulente per la politica estera del candidato democratico alla nomination per la Casa Bianca, Barak Obama.

Un'altra tra le sessioni mattutine sarà invece dedicata alla sfida definita “Hearts and Minds”, ovvero alla via democratica nella lotta a terrorismo. Interverranno al dibattito, Shami Chakrabati dell'organizzazione pacifista Liberty, Sir David Omand, ex responsabile della Sicurezza e dell'Intelligence del Cabinet Office, e il parlamentare Sadiq Khan MP.

Al “dopo Iraq” si dedicheranno due intellet...



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