Grazie, grazie Iowa.
Sapete, dicevano che questo giorno non sarebbe mai arrivato. Dicevano che la nostra visione si era spinta troppo in alto. Dicevano che questo Paese era troppo diviso, troppo disilluso per unire le proprie forze in vista di un obbiettivo comune, ma in questa notte di gennaio, in questo momento della storia, voi avete fatto ciò che i cinici non credevano possibile. Voi avete fatto quello che lo Stato del New Hampshire può ripetere tra cinque giorni. Voi avete fatto quello che l'America può fare in questo nuovo anno, nel 2008.
Intorno alle scuole o dentro le chiese, nei piccoli paesi come nelle grandi città, avete unito le vostre forze, come Democratici, Repubblicani ed indipendenti, e vi siete alzati per dire che siamo un'unica nazione, un unico popolo e che per noi il tempo del cambiamento è arrivato. Avete detto che è il momento di andare oltre le asprezze, le piccolezze e gli odii che hanno consumato Washington, per mettere fine ad una fase politica che ha generato solo divisioni e per iniziarne una nuova, che costruisca una coalizione per il cambiamento che abbracci gli Stati rossi (repubblicani) come gli Stati blu (democratici); è così che noi potremo vincere a novembre ed è così che noi potremo fronteggiare le sfide che abbiamo davanti come nazione.
Stiamo scegliendo la speranza invece della paura. Stiamo scegliendo l'unità invece della divisione e stiamo mandando un chiaro messaggio: l'America si muove verso il cambiamento.
Sapete, è giunto il momento di dire ai lobbisti, che credono che il loro denaro e la loro influenza contino più delle vostre voci, che questo governo non è loro. Noi dobbiamo essere qui per respingerli.
È giunto il tempo per un presidente che sia onesto rispetto alle scelte ed alle sfide che ci si presentano, che vi ascolti, che impari da voi, anche quando non sarete d'accordo con lui, che non vi dica solo ciò che vorrete ascoltare, ma anche quello che dovrete sapere. Se in New Hampshire mi darete la stessa fiducia accordatami stanotte, sarò quel presidente per l'America. Sarò il presidente che renderà finalmente effettivo il diritto alla salute per ogni singolo americano, come testimonia il mio impegno su quel fronte in Illinois dove ho coinvolto sia Democratici che Repubblicani. Sarò il presidente che porrà termine alle agevolazioni fiscali per quelle aziende che lasciano il Paese e farà sì che a beneficiare della diminuzione delle tasse siano i lavoratori, che lo meritano. Sarò il presidente che tenterà di liberare il Paese dalla tirannia del petrolio, una volta per tutte. E sarò il presidente che metterà fine alla guerra in Iraq, che riporterà a casa le nostre truppe, che ripristinerà la nostra leadership morale, che considererà l'11 settembre non un mezzo per guadagnare voti, ma una sfida che dovrebbe unire gli USA al mondo nella lotta alle minacce del Ventunesimo secolo: terrorismo, proliferazione nucleare, cambiamento climatico, povertà e malattia.
Stanotte abbiamo compiuto un passo verso la realizzazione di questa visione, grazie a quello che avete fatto qui in Iowa. Vorrei ringraziare per questo gli organizzatori, i volontari, il mio staff e mia moglie, Michelle Obama. So che non avete fatto tutto questo per me, ma perché credete profondamente nella più americana delle idee: di fronte a ciò che appare impossibile, chi ama veramente questo Paese può cambiarlo.
Io so tutto questo. Lo so perché, mentre sono qui stasera davanti a voi, ricordo che il mio viaggio è iniziato nelle strade di Chicago facendo le stesse cose che molti di voi hanno fatto per questa campagna: lavorare e lottare perché le persone stiano un poco meglio. So quanto può essere duro. Poche ore di sonno, pochi soldi e molto sacrificio. Arrivano giorni di delusione. Ma, a volte, ogni tanto, arrivano notti come questa. A distanza di anni, quando avremo realizzato ciò in cui crediamo, quando più famiglie potranno permettersi un medico, quando i nostri figli, quando Malia, Sasha e i vostri figli potranno vivere in un mondo più pulito e sicuro, quando il mondo guarderà all'America con occhi differenti e quando l'America si ritroverà più unita, noi potremo dire con orgoglio di ricordare quella notte in cui tutto è iniziato.
Questo è il momento nel quale l'improbabile sconfigge ciò che a Washington consideravano inevitabile, nel quale le barriere che ci hanno diviso possono cadere, quando le persone si uniscono per un fine condiviso. Abbiamo finalmente dato una ragione per partecipare alle persone con non hanno creduto in passato nella politica. Questo è il momento di chiudere con la politica della paura, del dubbio, del cinismo, la politica che ci contrappone astiosamente invece di fare il bene del nostro Paese...