Le previsioni dei giorni scorsi sono state smentite. I sondaggi confermavano fino all'ultimo che che Barack Obama avrebbe sconfitto nuovamente Hillary Clinton. Reuters/C-SPAN/Zogby assegnava al senatore dell'Illinois ben 13 punti percentuali di vantaggio sulla rivale, Rasmussen 7, la CNN/WMUR/UNH invece 9.
Questa campagna, criticata per la sua lunga rincorsa al voto di novembre, si inaugura invece con una successione di colpi di scena.
Alla fine ha prevalso la solidarietà femminile, l'effetto lacrima ha influenzato il voto. Hillary Clinton ha ribaltato i pronostici e si è aggiudicata le primarie democratiche del New Hampshire, frenando l'abbrivio di Barack Obama nella corsa alla Casa Bianca.
Di Hillary ieri erano stati scritti i necrologi politici: l'ex First Lady, "umanizzata" dal pianto, ha invece vinto con il 39 per cento dei voti contro il 36 di Obama, il 17 per cento di John Edwards e il 5 per cento di Bill Richardson. Nulla è scontato a questo punto in campo democratico dopo il ritorno della 'comeback kid'.
"Ho il cuore pieno di gioia. In New Hampshire ho trovato la mia voce", ha detto Hillary a Manchester. In uno Stato che ha molte donne al vertice, ha votato per Hillary il 46 per cento dell'elettorato femminile. Obama si è congratulato con la rivale ma ha rilanciato immediatamente la sfida.
Jay Carson, un portavoce di Hillary, ha detto alla NBC che la situazione si è ribaltata sabato sera dopo che la senatrice ha cominciato a incontrare elettori a piccoli gruppi e a rispondere alle domande della gente. Gli individualisti abitanti del New Hampshire si sono comunque confermati assi mutevoli, mentre gli indipendenti non sono andati in massa da Obama ma si sono divisi anche tra la senatrice di New York e il vincitore repubblicano John McCain.
COME HA VINTO LA CLINTON
Come spiegare l'inatteso successo di Hillary Clinton, data per spacciata da tutti gli osservatori sino a poche ore prima del voto?
Contrariamente a quanto previsto dai sondaggi, gli ultimissimi giorni di campagna hanno lasciato grossi dubbi agli elettori. L'emotività tradita dalla front-runner democratica nelle sue ultime apparizioni pubbliche ha forse sconcertato qualcuno, ma non le alienato consensi. Tutt'altro. Gran parte degli elettori della Clinton ha dichiarato di aver deciso per chi votare con un mese di anticipo, mentre i sostenitori di Obama si sono chiariti prevalentemente le idee entro tre giorni dall'inizio delle operazioni di voto. Sorprende il fatto che la Clinton vinca di misura proprio tra chi ha deciso nelle ultime 24 ore.
Semplicemente, è riuscita a coagulare il voto di quella coalizione di elettori che costituisce da quasi un secolo la base elettorale del Partito Democratico. Al di là del voto delle donne (46% contro il 34 di Obama) in uno Stato dove l'elettorato femminile è preponderante, la Clinton ha raccolto i voti di quanti si sono dichiarati appartenenti al Partito (mentre Obama ha primeggiato tra gli indipendenti), di coloro con un grado di istruzione ed un reddito più bassi, dei più anziani e dei residenti nelle città. La senatrice ha inoltre attinto largamente al mondo cattolico ed ha potuto contare sul sostegno di quanti, da sempre interessati alla politica, stanno percependo una calo delle proprie disponibilità economiche.
Se la Clinton riuscisse a mobilitare questa fascia dell'elettorato, tradizionalmente favorevole al candidato istituzionalmente espresso dal Partito Democratico, potrebbe mettere in gravissima difficoltà Obama che, dal canto suo, oltre a puntare sui giovani ed a motivare i delusi dalla politica, ha tutto l'interesse a coinvolgere una delle componenti principali del tradizionale blocco elettorale democratico, gli afro-americani. Sottrarre questa fascia di elettori alla Clinton potrebbe, alla lunga, risultare decisivo.