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LA SORPRESA HILLARY. NELLA NOTTE TUTTO E' CAMBIATO




IL New Hampshire sembrava perso e già si ragionava sugli effetti della sconfitta per il prosieguo della campagna presidenziale della senatrice Rodham-Clinton. Nella notte tutto è cambiato. L'ex first lady ha recuperato almeno una decina di punti al lanciatissimo Barack Obama e lo ha regolato di misura. All'alba del 9 gennaio è ancora lei la front-runner democratica. Ciò non significa che Obama sia fuori. Il senatore dell'Illinois rimane un avversario pericoloso, che ha tutte le possibilità di giocarsi la nomination, considerando che, oltre ai voti degli indipendenti, ben presto potrebbero essere disponibili anche quelli dei sostenitori di Edwards, nettamente sconfitto ieri notte. La lotta a due dunque prosegue. Obama lascia il New Hampshire conscio di aver perso l'occasione di assestare un colpo durissimo alla rivale e consapevole della necessità di raccogliere nuovi fondi per la sua campagna. Preoccupazione che condivide la Clinton, che sinora ha speso non poco per risollevare le sue quotazioni in Iowa e New Hampshire.

COME HA VINTO LA CLINTON
Come spiegare l'inatteso successo di Hillary Clinton, data per spacciata da tutti gli osservatori sino a poche ore fa?
Contrariamente a quanto previsto dai sondaggi, gli ultimissimi giorni di campagna hanno lasciato grossi dubbi agli elettori. L'emotività tradita dalla front-runner democratica nelle sue ultime apparizioni pubbliche ha forse sconcertato qualcuno, ma non le alienato consensi. Tutt'altro. Gran parte degli elettori della Clinton ha dichiarato di aver deciso per chi votare con un mese di anticipo, mentre i sostenitori di Obama si sono chiariti prevalentemente le idee entro tre giorni dall'inizio delle operazioni di voto. Sorprende il fatto che la Clinton vinca di misura proprio tra chi ha deciso nelle ultime 24 ore.
Semplicemente, è riuscita a coagulare il voto di quella coalizione di elettori che costituisce da quasi un secolo la base elettorale del Partito Democratico. Al di là del voto delle donne (46% contro il 34 di Obama) in uno Stato dove l'elettorato femminile è preponderante, la Clinton ha raccolto i voti di quanti si sono dichiarati appartenenti al Partito (mentre Obama ha primeggiato tra gli indipendenti), di coloro con un grado di istruzione ed un reddito più bassi, dei più anziani e dei residenti nelle città. La senatrice ha inoltre attinto largamente al mondo cattolico ed ha potuto contare sul sostegno di quanti, da sempre interessati alla politica, stanno percependo una calo delle proprie disponibilità economiche.
Se la Clinton riuscisse a mobilitare questa fascia dell'elettorato, tradizionalmente favorevole al candidato istituzionalmente espresso dal Partito Democratico, potrebbe mettere in gravissima difficoltà Obama che, dal canto suo, oltre a puntare sui giovani ed a motivare i delusi dalla politica, ha tutto l'interesse a coinvolgere una delle componenti principali del tradizionale blocco elettorale democratico, gli afro-americani. Sottrarre questa fascia di elettori alla Clinton potrebbe, alla lunga, risultare decisivo.