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LA TRIANGOLAZIONE WASHINGTON-MOSCA-TEHERAN
Che partita gioca la Russia tra gli ayatollah e la vertenza con l'Occidente? La posizione di Israele




(pagina 2)

... ll'FBI prima dell'avvento di Osama Bin Laden e ai dettagli dell'affaire Iran-Contra, che all'epoca rischiò di costare l'impeachment a Ronald Reagan. L'autore ha concesso un'intervista a Foreign Policy, dove discute della minaccia nucleare iraniana e della percezione israeliana in proposito.
 Innanzi tutto, Bergman sgombra il campo da ogni possibile accostamento tra  la situazione iraniana e quella irachena, allorché l'accusa di possedere armi di distruzione di massa rivolta al regime di Saddam Hussein si rivelò infondata. Gli iraniani parlano invece apertamente dei loro programmi, addirittura a volte sostengono di essere più avanti di quanto in realtà non siano. Essi però sostengono di voler accedere alla tecnologia nucleare per perseguire fini pacifici. “Ernst Bergman (è solo un caso di omonimia), uno dei padri del nucleare israeliano,  soleva dire che non esistessero programmi nucleari civili o militari, ma solo programmi nucleari. Nel suo famoso rapporto, l'intelligence USA non sostiene che l'Iran non stia sviluppando i propri progetti nucleari, ma che non ci siano prove che gli iraniani dal 2003 abbiano portato avanti il loro programma militare. Israele non è d'accordo. Chi avrà ragione?”

Perchè non vi è chiarezza rispetto al momento in cui l'Iran disporrà di armi atomiche?
Bergman propone tre spiegazioni: l'estrema riservatezza degli iraniani, che riescono ad evitare la divulgazione di informazioni sensibili, la cautela delle varie agenzie di intelligence dopo l'errore commesso in Irak, i rallentamenti imposti all'Iran dagli sforzi della comunità internazionale. Tuttavia, conclude Bergman, nonostante gli sbagli del passato, l'intelligence israeliana è pronta a difendere il Paese, anche se gli alleati non cooperassero prontamente (“La minaccia iraniana è davanti ai nostri occhi sin dai tempi di Khomeini, ma l'Occidente non vuole vederla”). Ne sia prova il bombardamento, avvenuto il 6 settembre scorso, delle installazioni nucleari siriane costruite da Iran e Corea del Nord. Gerusalemme ha sempre tutelato con ogni mezzo la propria sicurezza. Non v'è ragione di credere che Israele faccia sconti proprio a chi ha promesso di “cancellarlo dalle mappe geografiche.”


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