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SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA-18 marzo

di Critica Sociale



(pagina 2)

...
“Il giorno dopo delle sinistre elezioni: un'operazione choc a Grigny che gioca sulla corda sicurezza, un omaggio all'ultimo eroe di guerra che mostra la maestà del capo di Stato, ed un rimpasto della comunicazione dell'Eliseo per meglio vendere le riforme di cui alcuni interventi scontati annunciano l'accelerazione. Ecco la stagione 2 del Sarko-show.”

LE MONDE
Avertissement
Eric Fottorino 

“Se la netta vittoria della sinistra si nutre largamente di considerazioni locali, è chiaro che il paese ha mandato un messaggio di avvertimento a Nicolas Sarkozy. Il tasso di astensione, particolarmente elevato a destra, conforta questo sentimento di disaffezione in una parte degli elettori che avevano portato il loro campione all'Eliseo nel maggio 2007. È dunque arrivata l'ora del disincanto, se non della sfiducia. Ed anche del richiamo alle sue responsabilità per quell'ex candidato convincente (e che ha vinto per questo) divenuto un presidente sconcertante.”

THE ECONOMIST
Meet the winner 

“Il parlamento restituito dagli iraniani nel voto nazionale di venerdì 14 marzo sembra a prima vista una replica di quello uscente. I conservatori che rivendicano una più stretta adesione agli ideali della rivoluzione islamica del 1979 e adottano un tono più combattivo con il mondo esterno, mantengono una maggioranza ampia quanto quella conquistata alle ultime parlamentari del 2004. Un'affluenza dichiarata dl 60% ha fatto dire al supremo leader non eletto dell'Iran, l'
Ayatollah Ali Khamenei, che il suo popolo ha sconfitto il tentativo del nemico di fomentare l'apatia negli elettori. Ma come per molti altri aspetti della vita nella Repubblica Islamica, il risultato elettorale è molto più complesso di quanto non possa apparire. (…) Candidati in una lista diversa da quella che sosteneva il presidente, potenti saggi come Ali Larijani, già negoziatore dell'Iran per il nucleare, hanno attaccato Ahmadinejad per l'incompetenza della sua gestione dell'economia che ha spinto l'inflazione quasi al 20%, e per la superflua contrapposizione con le potenze straniere infiammata di retorica.”

THE NEW YORK TIMES
Plunge Averted, Markets Look Ahead Uneasily
Vikas Bajaj

Nonostante gli sforzi della Federal Reserve per ripristinare l'ordine finanziario, il nervosismo pervade Wall Street. Oggi potrebbe rivelarsi una giornata tranquilla grazie alla lenta ripresa dell'indice Dow Jones, che ha ridato fiato al comparto industriale. Trattasi tuttavia di calma apparente. Dopo la frettolosa cessione della pericolante banca d'investimenti Bear Stearns alla JP Morgan Chase durante il weekend, la giornata di ieri è stata caratterizzata dall'oscillazione incontrollata di titoli ed azioni. Fatto che ha messo sul chi va là gli investitori. Molti si chiedono già dove si presenterà, e chi colpirà, la prossima crisi. Maggiori indiziati le azioni di Lehman Brothers e i prezzi di materie prime come petrolio e cereali.

INERNATIONAL HERALD TRIBUNE
U.S. adapts cold-war idea to fight terrorists
Eric Schmitt e Tom Shanker

Nei giorni immediatamente successivi all'attacco dell'11 settembre 2001, i membri del gabinetto di guerra di George W. Bush ritenevano che sarebbe stato virtualmente impossibile impedire agli estremisti di compiere attentanti tramite l'utilizzo di armi nucleari, chimiche e biologiche. Da allora, molti di coloro che nel governo Usa si occupano di contro-terrorismo hanno cambiato opinione. Dopo uno studio e un monitoraggio accurato delle organizzazioni terroristiche e delle loro modalità d'azione, si è giunti alla convinzione che, accanto all'approccio militar-repressivo, è possibile l'impiego di strumenti deterrenti mutuati dalla Guerra Fredda ed utilizzati per scoraggiare l'Urss dal compiere qualsiasi atto ostile sul suolo americano. Partendo dal presupposto che in questo caso non vi sa...


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