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SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA-24-25 marzo

di Critica Sociale



(pagina 5)

... iche potrebbero essere enormi: una più armoniosa collaborazione transatlantica sulla sicurezza e la fine della stupida nonché nociva rivalità tra le due istituzioni (Ue e Nato). Data la limitata dotazione di personale e mezzi fornita dai governi europei, la Nato e la Ue devono cooperare più intensamente. Sotto Chirac, gli ufficiali francesi lo hanno spesso impedito; ora se ne fanno promotori.

LE MONDE
Orthodoxie nucléaire

Nella sua funzione regale di capo delle forze armate, Nicolas Sarkozy ha pronunciato venerdì 21 marzo, a
Cherbourg, un discorso che gli ha dato modo di precisare la sua opinione sulla dissuasione nucleare. Teoricamente, la dottrina ufficiale non cambia granché da quando, negli Anni 60, quattro generali, chiamati i “generali dell'Apocalisse”, su richiesta del generale de Gaulle, hanno teorizzato la dissuasione detta “del debole verso il forte”. (…) Dissuasione, non-proliferazione, sviluppo del nucleare civile: Sarkozy persegue una politica fondata su questa triade. Dovrebbe presto ricevere il sostegno della Gran Bretagna, che è l'unico paese europeo, con la Francia, a possedere l'arma nucleare. E questa comune particolarità crea un legame.

L'EXPRESS
Le hérisson nucléaire
L'editoriale di Christophe Barbier

Sarebbe irresponsabile non pensare al peggio. Bisogna resistere alla tentazione di considerare il nucleare un'arma del passato. Bisogna realizzare una strategia della dissuasione che permetta di non essere aggrediti e di non dover aggredire.

LE MONDE
Reflux démocratique dans l'ex-URSS
Piotr Smolar

Dopo la “rivoluzione delle rose” in Georgia, alla fine del 2003, e la “rivoluzione arancione” in Ucraina, alla fine del 2004, si era andata affermando l'idea che un'onda democratica stesse travolgendo il vecchio mondo e le sue elite. Da qualche mese, tuttavia, una serie di elezioni svoltesi in quell'area hanno mostrato una tendenza opposta: un riflusso democratico. La situazione non assume ovunque la stessa gravità. In Georgia, un piccolo paese con uno spettacolare slancio verso la Nato, si avvertono appena dei timidi segnali di allerta. In Russia, si assiste al triste spettacolo di una democrazia svuotata nella sostanza, divenuta non più l'espressione di una scelta popolare – come fu in maniera assai parziale sotto Boris Eltsin – ma la conferma strettamente formale del potere al comando. (…) Piuttosto che sognare una democrazia immacolata, sarebbe meglio sperare che il futuro veda l'affermazione del diritto a danno della forza.

LE MONDE
Espoir à Chypre

Le due parti concordano nel ritenere i prossimi negoziati l'ultima chance. Dopo trentotto anni di divisioni, le due comunità si sono sviluppate dandosi le spalle. Tuttavia, i ciprioti greci non hanno mai completamente rinunciato a rivedere i paesaggi del nord, i più belli dell'isola. I ciprioti turchi, dal canto loro, non vogliono aspettare, per beneficiare dei vantaggi della Ue, di un ipotetico ingresso della Turchia in Europa. Una parte del problema sta là. Ma se i rapporti tra Ankara e Bruxelles rappresentano un elemento-chiave della soluzione, la maggioranza dei ciprioti, da entrambi i lati della “linea verde”, rifiuta di diventarne ostaggio.
 



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