Nella prima intervista dalle elezioni del 2 marzo scorso, il nuovo presidente russo illustra la sua agenda di governo ed offre uno spaccato della sua filosofia politica.Nel rivendicare la continuità con la linea Putin, si sottolinea il peso che nel nuovo corso della politica presidenziale avrà la cultura della legalità, alla quale è ispirata la formazione dell'avvocato Medvedev, il quale dichiara di voler realizzare in Russia quello che nessun altro leader prima di lui è riuscito a fare: istillare lo stato di diritto nella società russa.
Il crescente volume d'affari nel mercato nero dei materiali nucleari crea preoccupazione su scala mondiale. Nazioni come Russia e Pakistan non sono in grado di assicurare che elementi come il plutonio e l'uranio, entrambi necessari per la costruzione di un ordigno atomico, non vengano trafficati lungo i loro confini. Dal 1993 abbiamo notizia di oltre un migliaio di incidenti correlati allo smercio illecito di simili materiali, che, se cadessero nelle mani di organizzazioni terroristiche potrebbero essere trasformati in armamenti micidiali da rivolgere contro le popolazioni civili. Gli Stati Uniti rappresenterebbero in quel caso il bersaglio privilegiato per un attacco. Dopo l'11 settembre la reazione Usa si rivelò rapida e determinata: nel volgere di un mese i responsabili, quantomeno politici, dell'attacco vennero individuati (i taliban) e colpiti duramente. Nel caso di un attentato nucleare sul suolo americano, le competenze tecniche dell'expertise Usa non sembrano idonee a garantire una risposta altrettanto pronta. Le competenze tecniche e le dotazioni tecnologiche, concepite nel ‘900 per affrontare la sfida nucleare dell'Unione Sovietica, devono essere adeguate alle minacce poste dal terrorismo internazionale del ventunesimo secolo.
Barack Obama ha bisogno di Hillary Clinton e viceversa. Loro malgrado. Ciascuno dei due non può vincere senza il sostegno dell'altro. Che se ne stiano convincendo realmente? La proposta di dream ticket avanzata da Bill Clinton un paio di settimane fa aveva l'aria di essere un tranello. “Insieme i due sarebbero invincibili” disse l'ex presidente, ma il sottinteso era “non cambierebbe poi molto fra i due, questo è il turno di Hillary, Obama è giovane ed avrà tempo.” Obama ha mangiato la foglia ed ha rifiutato l'insidiosa offerta. Ma presto il dream-ticket potrebbe diventare un necessità per i due candidati Democrats e non più un boutade propagandistica. La retorica del senatore dell'Illinois conferirebbe fascino alla candidatura della Clinton, la preparazione dell'ex first lady consistenza a quella del giovane rivale. Le alternative che restano ai Democratici per vincere cominciano a scarseggiare. O forse si preferisce lasciare al maturo McCain quattro anni di mandato per poi ritentare nel 2012? Fantascienza?
Secondo un recente sondaggio della Cnn, il 42% degli americani ritiene che l'economia sia la questione più delicata che il prossimo presidente Usa dovrà maneggiare. La crisi dei mutui subprime, che sta conducendo il Paese sulla strada della recessione, rischia di degenerare in stagflazione (combinazione di inflazione e recessione economica). Considerando i bassi tassi d'interesse e la debolezza del dollaro, il costo relativo delle importazioni, soprattutto di materie prime come il petrolio, potrebbe aumentare ripercuotendosi sulle tasche degli americani. Se si dovessero verificare circostanze del genere, è difficile prevedere quale dei tre candidati alla Casa Bianca ne trarrebbe vantaggio. Obama sostiene che la guerra in Iraq, che McCain supporta, abbia dissanguato le casse pubbliche e sia all'origine dell'aumento relativo del prezzo del greggio. Peraltro, i tagli fiscali di Bush, che McCain, dopo aver osteggiato, è intenzionato a rendere permanenti, potrebbero essere accolti favorevolmente dall'opinione pubblica in un periodo di ...
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