INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE
Bush's tour of Eastern Europe to focus on diplomacy
Brian Knowlton
Il presidente americano George W. Bush si prepara ad una dura settimana di lavoro. Infatti, al vertice Nato che sta per iniziare in Romania dovrà combattere contro l'opposizione russa all'eventuale ingresso nell'alleanza di Ucraina e Georgia e convincere gli Stati
membri più riluttanti ad accrescere il loro contributo militare in Afghanistan. Bush ha lasciato la madrepatria lunedì e si è diretto proprio in Ucraina per il primo di una serie di incontri ad alto livello che lo vedranno impegnato nei prossimi giorni. Dopo aver presenziato al summit rumeno, il presidente Usa si recherà a Sochi, nella tana del lupo, a discutere con l'ancora presidente russo Vladimir Putin della spinosissima questione dello scudo anti-missile che Washington vorrebbe impiantare nell'Europa orientale. Chissà quale sarà l'atmosfera che accompagnerà l'incontro sul Mar Nero? Molto dipenderà dalle decisioni che la Nato prenderà a Bucarest.
INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE
Turkey's high court to hear case against Islamic party
Clamoroso. La Corte Suprema turca ha accettato di esaminare la possibilità di sciogliere il partito che guida attualmente il Paese dopo aver stravinto le ultime elezioni. Secondo il vice presidente della corte, il Partito per la Giustizia e il Progresso del premier Recep Tayyp Erdogan minaccerebbe i principi secolari su cui Mustafa Kemal fondò la Turchia moderna più di ottant'anni fa. E' l'ultimo e, potenzialmente, più destabilizzante episodio del lungo confronto che oppone da anni il governo controllato dalla forza islamica moderato di Erdogan ad esercito e magistratura, tradizionalmente custodi dei valori laici dello Stato turco. Il Partito del primo ministro controlla 330 dei 550 seggi parlamentari ed una sua dissoluzione comporterebbe, dal punto di vista tecnico, la costituzione
di una nuova formazione politica. A livello politico, una simile decisione dell'alta corte darebbe invece il via ad un periodo di instabilità che nocerebbe agli sforzi di Istanbul per avvicinarsi all'Unione Europea.
THE NEW YORK TIMES
Zimbabwe Opposition Insists Mugabe LostIl destino politico dello Zimbabwe rimane in bilico. La commissione elettorale tarda a rendere noti i risultati delle elezioni presidenziali dello scorso weekend, mentre l'opposizione continua a dichiararsi certa della vittoria. Il timore diffuso è che Robert Mugabe, l'ottuagenario presidente in carica, progetti di ribaltare, anche con la forza, l'eventuale esito sfavorevole delle urne. Secondo voci non confermate, il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai avrebbe una decina di punti percentuali di vantaggio sul presidente in carica dal 1980. L'amministrazione Bush ha auspicato che il conteggio avvenga nel modo più rapido ed onesto possibile, rispecchiando la volontà espressa dai cittadini dello Zimbabwe. Auspicio condiviso dalla maggioranza
della popolazione, desiderosa di lasciarsi alle spalle 28 anni di dittatura e malgoverno.
THE TIMES
Britain must find its voice in ZimbabweBronwen Maddox
Inibita, frenata e condizionata dal suo passato coloniale nello Zimbabwe, Londra ha sempre avuto un atteggiamento troppo timido verso l'azione politica che Robert Mugabe ha sviluppato dal 1980 in poi. Mugabe prese il potere in un quadro di relativa stabilità e prosperità, salvo poi trasformare lo Zimbabwe in uno dei Paesi più poveri e violenti al mondo, con la minore aspettativa di vita a livello globale ed uno dei più alti tassi di diffusione dell'Aids. Ora che il processo elettorale sembra aprire nuove opportunità a quel disastrato angolo della Terra, la Gran Bretagna deve lasciarsi alle spalle le titubanze del passato ed intervenire. Non ha scuse per astenersi.
FOREIGN POLICY
The List: Solar Power's New MegaplantsL'inarrestabile crescita dei prezzi del petrolio, l'aumento delle immissioni di gas serra nell'ambiente, il persistente utilizzo in grande quantità del carbone preoccupano una fetta sempre più consistente di policy-makers, scienziati e professionisti. L'energia solare è una delle risposte ai guasti ambientali ed ai timori di un futuro prossimo immaginato da molti come apocalittico. Dal Nuovo Messico alla Spagna, da Israele all'Australia, politica ed imprenditoria stanno collaborando alla realizzazione di giganteschi impianti in...