La religione dovrebbe essere veicolo di comprensione e pacificazione. Sfortunatamente, nel concreto svolgersi della vita internazionale, molto spesso non è stato, e non è, così. Nella storia, predicatori e leader religiosi di tutte le fedi hanno utilizzato il discorso religioso per disseminare odio nelle relazioni tra i popoli e per giustificare crudeltà assurde e tradizioni retrive. Foreign Policy stila una lista dei più influenti uomini di, presunta, fede, che con maggiore abilità strumentalizzano la religiosità delle masse per finalità riprovevoli. Si tratta di Hassan Nasrallah (islamico-sciita), Joseph Kony (cristiano),Yogi Adityanath (induista), Athuraliye Rathana (buddista), Dov Lior (ebreo). Tristemente, tutte le religioni più influenti del globo sono rappresentate e ancor più tristemente le condizioni di vita di migliaia, se non milioni, di persone vengono influenzate da messaggi politici estremisti, ammantati di un'aurea spirituale.
Dopo esser stata per lungo tempo appannaggio esclusivo delle scienze umane, la natura della moralità umana viene sempre più approfonditamente studiata anche dalle scienze naturali. Alcuni risultati cominciano ad emergere dal nuovo approccio utilizzato. Filosofi, psicologi ed economisti, hanno intrapreso una collaborazione interdisciplinare con neuro-biologi, primatologi ed antropologiper tratteggiare con più precisione i contorni del senso morale degli individui.I risultati sperimentali che emergono e che vengono resi pubblici sembrerebbero chiarire come le nostre convinzioni morali siano da rintracciare nei processi biologici della psiche e non solo nei modelli culturali che ci influenzano. In questo quadro, l'intuizione giocherebbe un ruolo fondamentale nell'orientare le nostre convinzioni e la nostra capacità di giudizio. Sta nascendo una nuova disciplina. La Psicologia Morale.
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