SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA-13 maggio di Critica Sociale
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... Burma - the case for intervention David Aaronovitc
Lasciamo perdere lo sterile dibattito su chi ha più colpe, l'Occidente o la junta birmana. Il problema della comunità internazionale non deve essere il diritto ad intervenire ma capire quando l'intervento è praticamente possibile.
A tre mesi dai Giochi Olimpici di Pechino, la fierezza dei cinesi è al massimo. Le critiche occidentali contro la repressione in Tibet, il percorso caotico della fiamma olimpica in Europa e Asia e la moltiplicazione degli appelli al boicottaggio della cerimonia di apertura hanno riacceso nel paese un nazionalismo sempre incandescente. La popolazione sente che delle forze esterne tentano di sabotare la rinascita del loro paese.
L'inarrestabile migrazione di superdelegati da Hillary Clinton a Barack Obama potrebbe permettere al senatore dell'Illinois di assicurarsi la nomination del Partito Democratico sin dal prossimo 3 giugno, quando si concluderanno le primarie. Per averne la certezza matematica, ad Obama basterà conquistare tre delle sei consultazioni rimanenti. Oggi si vota in West Virginia, dove però il vantaggio della Clinton oscilla tra i trenta ed i quaranta punti percentuali. E' evidente che l'ultima mossa che lo staff della senatrice ha in animo di tentare riguarda la Florida ed il Michigan. Il 31 maggio sarà perciò il Giorno del Giudizio. Se l'apposito panel del Partito dovesse respingere il ricorso di Clinton e non assegnare i delegati dei due Stati (attenzione, la Florida è uno swing states, ovvero decisivo per le elezioni di novembre), i giochi sarebbero definitivamente chiusi e la nomination assegnata ad Obama. In caso contrario, l'ex first lady recupererebbe parte del ritardo e trascinerebbe speranzosamente la questione alla Convention di Denver.
Per decenni, esperti e tecnocrati occidentali hanno magnificato agli africani le virtù dell'apertura commerciale. Il libero mercato avrebbe dovuto permettere all'Africa di liberarsi dalla povertà e dalla fame. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E qualcuno ha cominciato a provvedere diversamente, dimostrando che un piccola dose di protezionismo non guasta. Mentre nella stragrande maggioranza dei paesi poveri il prezzo dei beni di prima necessità, in particolare il riso, sta aumentando, in Uganda questo non sta avvenendo. Inoltre, il Paese sta esportando parte del suo riso nell'Africa Orientale. Qual è il segreto del successo dell'Uganda? Aver ignorato per anni i consigli degli esperti occidentali.
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