SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA- 20 maggio di Critica Sociale
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... Binyamin Ben-Eliezer caldeggia da tempo la sua liberazione ed il ministro della Difesa Ehud Barak non sembra contrario. Uno scambio con il soldato israeliano Gilad Shalit, da due anni nelle mani di Hamas, potrebbe rivestire un enorme significato simbolico. La destra israeliana insorgerebbe alla liberazione di un “assassino”, e lo stesso Mahmud Abbas non approverebbe, ma l'insediamento di una forza filo-iraniana anche in Cisgiordania forse rappresenterebbe uno scenario peggiore.
Una regione destabilizzata ed un'autorità ridotta a zero: il bilancio dei due mandati di Gorge W. Bush per il Medio Oriente si riassume in un magistrale fiasco. Incapace di conseguire l'obiettivo della democratizzazione dell'area senza rinunciare ai principi fondamentali del pragmatismo, la politica di Bush si è risolta in un atteggiamento difensivo, caratterizzato dalla cogestione con Israele del dossier palestinese e dalla coesistenza obbligata con i regimi, ben poco democratici, dell'Egitto, della Giordania e dell'Arabia Saudita. Al successore spetta un compito arduo: restituire autorevolezza e credibilità a quel grande paese che sono gli Stati Uniti.
In Medio Oriente, la diplomazia di George Bush è stata una autentica calamità. Il suo ultimo viaggio non è che una conferma del giudizio impietoso che si deve all'amministrazione repubblicana. Lo hanno ben capito francesi e inglesi che, dopo avere così a lungo cercato di seguire Bush nella sua fallimentare politica mediorientale, hanno cominciato a parlare con Hamas. In segreto.
Agli elettori non interessa la politica dei Tory, semplicemente hanno perso fiducia nel Labour. Anzi, hanno cominciato a detestare il partito laburista. Una delle cause per cui un numero crescente di elettori laburisti ha deciso di votare per i conservatori è senz'altro l'abolizione della 10p tax, ma ci sono ragioni più profonde che vanno rintracciate nella delusione che gli 11 anni di potere laburista hanno creato in una parte della società.
Contrariamente a quanto sostenuto dagli anti-abortisti, non ci sono prove sul fatto che i progressi della scienza abbiano reso più probabile la sopravvivenza di un feto di 24 settimane rispetto a quanto non fosse quando la legge sull'aborto è stata approvata nel Regno Unito. E allora perché alimentare un dibattito senza senso, come quello che ha accompagnato la proposta di emendare il testo di legge oggi in vigore, abbassando il limite a 22 settimane?
Il testo di riforma costituzionale, oggi all'esame dell'assemblea, va nella direzione del rafforzamento dei diritti del Parlamento e dei cittadini. Per la destra, la riforma è troppo azzardata, per la sinistra, non abbastanza. I socialisti vorrebbero riformare anche...
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