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SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA- 21 maggio

di Critica Sociale



(pagina 2)

... UN-TIMES
Obama's vulnerable on national security
Steve Huntley


L'atteggiamento di Barack Obama verso l'Iran e Hamas è curioso e contraddittorio. A suo parere, gli Usa non devono negoziare con il movimento islamista, almeno sino a quando esso non riconoscerà Israele, non rinuncerà alla violenza e non accetterà gli accordi conclusi dallo Stato ebraico con i palestinesi e i Paesi arabi. Con l'Iran il senatore dell'Illinois è pronto invece ad intraprendere un dialogo senza pre-condizioni. “L'Iran è uno Stato, Hamas un'organizzazione terroristica” sostiene Obama, ma l'Iran è anche il più attivo sponsor del terrorismo secondo il Dipartimento di Stato. E ancora “Hezbollah ed Hamas devono interrompere la spirale di violenza che inficia le loro legittime rivendicazioni”, dice il senatore, ma quali sarebbero le legittime aspirazioni? Distruggere Israele o la democrazia libanese? L'inesperienza di Obama in tema di politica internazionale e di sicurezza nazionale fa riflettere e potrebbe costare cara ai Democratici.

INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE
New biofuel sources may not be food, but they could prove invasive
Elisabeth Rosenthal

Il massiccio utilizzo delle coltivazioni di grano e di palma per la produzione di biocarburanti sta ingenerando, come noto, gravi controindicazioni. Una pratica considerata rivoluzionaria ed eco-compatibile ha colpito il mercato alimentare, riducendo le scorte di cibo ed aumentandone i prezzi, e l'equilibrio ecosistemico, minacciato dal disboscamento intensivo.  Gli esperti si stanno attivando e propongono una seconda generazione di biocarburanti, che, ricavati da vegetali erbacei non commestibili, non incidano pesantemente sulla sussistenza alimentare di intere popolazioni. Ma il problema non appare completamente risolto, poiché già si levano voci preoccupate dalla comunità scientifica. Le nuove coltivazioni non alimentari sarebbero pur tuttavia invasive ed ecologicamente nocive per gli ambienti dove si progetta di impiantarle.

THE NATION
China's Inauspicious Year
Jeffrey N.Wasserstrom

Le Olimpiadi, la repressione tibetana, il disastroso terremoto del Sichuan. Il 2008, comunque andrà a finire, si può già definire l'anno più straordinario e sconvolgente nella storia recente della Cina. Molto di ciò che è accaduto e che sta avvenendo contribuisce a mettere in dubbio molte delle convinzioni occidentali sul grande Paese asiatico. La Cina non è monolitica come appare all'esterno, ma sta attraversando un grande processo di rinnovamento, non solo economico ma anche politico-sociale. Qui forse sta il più grosso errore di prospettiva che noi, americani ed occidentali, stiamo commettendo, concentrandoci sulle azioni e le opinioni del governo di Pechino ed ignorando quello che fa, dice e pensa il popolo cinese. Una popolazione certamente manipolata dal proprio governo, ma non interamente controllata da esso.

Regime-Quakes in Burma and China
Naomi Klein

Niente spaventa i regimi autoritari quanto un disastro naturale.

LE MONDE
Du bon usage des catastrophes
Daniel Vernet

La diversa reazione della junta birmana e delle autorità cinesi al tifone ed al terremoto che hanno colpito i rispettivi paesi mostrano quali siano i possibili effetti politici delle cosiddette catastrofi naturali. Il regime birmano si chiude come tutte le dittature. Da parte loro, i comunisti cinesi avrebbero assunto una posizione analoga se non avessero avuto il problema di tutelare l'immagine internazionale, minata dalla rivolta in Tibet. Con l'approssimarsi dei Giochi olimpici, la Cina è costretta a mostrarsi aperta ad un'opinione mondiale incline ad impietosirsi per le vittime del disastro che ha colpito il paese.

Editoriale
THE TIMES
The Lambeth Talk
 
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