Ieri, l'annuncio ufficiale dei negoziati, sinora sotterranei, fra Siria ed Israele. Rappresentanti governativi di entrambi si trovavano da giorni ad Istanbul dove, sotto gli auspici turchi, hanno discusso da lunedì a mercoledì dei dettagli di un eventuale accordo. Israele mira a porre un freno alla crescente influenza dell'Iran, il più importante alleato di Damasco, nella regione. Il sostegno garantito da Teheran ad Hamas ed Hezbollah incide pesantemente sulla sicurezza di Gerusalemme e il riavvicinamento alla Siria avrebbe così la funzione di incrinare l'asse anti-israeliano in Medio Oriente. La Siria dal dialogo spera di ricavare vantaggi territoriali, il Golan, e diplomatici, un miglioramento dei rapporti con gli Usa. Washington, da parte sua, si oppone tuttavia al negoziato.
Israele e Siria hanno avviato dei “negoziati di pace” attraverso la Turchia. L'annuncio del portavoce del primo ministro israeliano, Ehoud Olmert, rappresenta una novità importante. Olmert ha tuttavia precisato che si tratta per il momento di semplici “colloqui”, sebbene l'obbiettivo sia quello di “ottenere un accordo globale di pace”.
Secondo quanto rivelato da fonti governative, l'iniziativa della riapertura dei negoziati con la Siria sarebbe stata assunta dal primo ministro israeliano, Ehud Olmert, nel corso di un incontro tenutosi lo scorso febbraio ad Ankara con il premier turco Recep Tayyip Erdogan, che avrebbe accettato di assumere la responsabilità della mediazione.
Non è la prima volta che Israele tenta la strada della pace con la Siria. Se si fosse riusciti a conseguirla, si sarebbe evitata la seconda guerra con Hezbollah ed in generale i rapporti con il Libano sarebbero stati diversi. Questo ultimo tentativo offre dunque un'occasione storica ad Israele ma l'ambigua situazione giudiziaria nella quale si trova il primo ministro rischia di compromettere il risultato della trattativa, ovvero di trasformare in una vicenda di politica interna un'azione che in realtà nasce da lontano e che non avrebbe potuto essere realizzata senza la mediazione della Turchia.
L'annuncio dell'avvio di colloqui con la Siria avviene lo stesso giorno in cui vengono rivelate le prove del coinvolgimento del primo ministro israeliano nell'affare di corruzione in cui è accusato. C'è chi ritiene che la mossa di Olmert sia una tattica per distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica. Ma se così non fosse, il negoziato che potrebbe portare alla pace con la Siria sarebbe un risultato storico.
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